L’Informazione di San Marino
Quell’omicidio di impresa
Marino Cecchetti
La responsabilità della vicenda Cassa di Risparmio talvolta si continua ad attribuirla, erroneamente, al management della Banca stessa. Quando scattarono gli arresti da parte del pm di Forlì Fabio Di Vizio (lo stesso di quelli di Asset Banca), Carisp “era un colosso con un patrimonio di circa 700 milioni“. I soldi non li faceva viaggiare nelle mutande dei dipendenti ma su un “mezzo Battistolli”. Vale a dire un vettore italiano autorizzato a ciò come riconobbe la Cassazione, sconfessando Di Vizio.
Carisp investì le sue risorse in Italia. Alla luce del sole. Precisamente, in Delta, un soggetto vigilato da Bankitalia. Delta “anche dopo l’inchiesta e le varie ispezioni aveva il bilancio in utile, il patrimonio integro”.
Ebbene Delta fu commissariata da Roma. Con un pretesto. Roma, dopo anni, si accorse, all’improvviso (su una segnalazione da Milano) che Carisp, banca estera, ne deteneva, senza autorizzazione specifica, gran parte della proprietà. I commissari, nominati per vendere la quota di proprietà eccedente, invece hanno distrutto l’azienda (“Omicidio d’impresa”) a vantaggio delle aziende concorrenti italiane nel settore del credito al consumo.
I politici sammarinesi ed i vertici di Banca Centrale anziché denunciare lo scippo – anche presso gli organismi internazionali – si sono messi a fare la spola, in ordine sparso, alla corte di ‘re’ Di Vizio, col cappello in mano, ciascuno con la propria ‘brillante’ idea delle cose da fare, l’uno ‘di nascosto’ dall’altro e, comunque, senza alcun coordinamento. Ha aggiunto, di fatto, ciascuno un proprio devastante tassello al progetto distruttivo portato avanti congiuntamente – congiuntamente! – da Di Vizio, Bankitalia e ministero dell’Economia.
Non sappiamo cosa, in dettaglio, hanno raccontato e consegnato a Forlì Gabriele Gatti, Antonella Mularoni e Tito Masi. Sappiamo di Luca Papi e Stefano Caringi, rispettivamente Direttore Generale e Capo della Vigilanza di Banca Centrale.
Delta è stata scippata alla nostra Repubblica senza una vera reazione da parte della Repubblica. Anzi qualcuno in Repubblica, coscientemente o no, si è comportato come una quinta colonna. A Forlì a 10 anni dalle incarcerazioni di Di Vizio, ancora non è iniziato il processo di primo grado contro gli ex vertici di Carisp, dal cui arresto è partito lo scippo. E non inizierà prima del 17 aprile 2019. Distrutta Delta, che altro motivo di fretta c’era e c’è?
Marino Cecchetti