San Marino. Ostruzionismo fa saltare il “conto Mazzini”

San Marino. Ostruzionismo fa saltare il “conto Mazzini”

L’ostruzionismo sulla nomina dei giudici di appello fa saltare il “conto Mazzini”

Notificata ieri alle parti – difese, procura fiscale e avvocatura dello Stato – la revoca del decreto di luglio che fissava il processo

Antonio Fabbri

Rinviata la prima udienza del processo di appello del “conto Mazzini”. La notizia è clamorosa, soprattutto perché legata all’ostruzionismo delle opposizioni che ha bloccato e sta bloccando l’incarico ai giudici di appello amministrativo e civile, la cui nomina è strettamente collegata all’attività dei giudici di secondo grado penale che, in assenza delle nomine, stanno svolgendo un necessario compito di supplenza. E’ dal pensionamento del giudice Guido Guidi e dalla morte del professor Lanfranco Ferroni che le nomine sono attese. Questo ruolo di supplenza di cui sono gravati i giudici delle appellazioni penali, chiamati a coprire anche le pendenze negli altri ambiti, ne ingolfa l’attività. Soprattutto per processi come il “Mazzini” che in altre giurisdizioni vedrebbero addirittura un giudice collegiale, laddove sul Titano è, invece, monocratico. Il giudice delle appellazioni penali, Francesco Caprioli, ha così revocato il decreto con il quale era stata fissata la data del 10 ottobre 2019 per la prima udienza del secondo grado del “processo Mazzini”.

Già lunedì scorso il magistrato Dirigente, Giovanni Guzzetta, aveva manifestato la propria preoccupazione per la mancata presa d’atto della nomina e aveva sottolineato che i giudici di appello penale, chiamati a coprire gli incombenti in sede di secondo grado amministrativo e civile, avrebbero assunto le proprie determinazioni conseguenti allo stallo. Così ieri è stata notificata a tutte le parti la decisione di Caprioli. Oltre alla revoca del decreto del 29 luglio 2019, il giudice delle appellazioni in una lettera ha esplicitato le motivazioni di questa decisione.

A luglio scorso, dopo aver depositato la complessa sentenza sul “caso Chironi” – quella in funzione della quale lo Stato ha incamerato per confisca di quasi 19 milioni di euro – il Giudice Caprioli, alla luce anche della conclusione del concorso per il reclutamento di due giudici di appello, aveva deciso di fissare la data del “Mazzini”, ritenendo che la presa d’atto, e quindi l’effettività dell’incarico dei due giudici, sarebbe arrivata a breve, così sgravando i giudici delle appellazioni penali del ruolo di supplenza che stanno portando avanti in ambito civile e amministrativo. Questo avrebbe così consentito al giudice di appello di dedicarsi solo al giudicato penale e, in particolare, al processo “conto Mazzini”. 

Processo dalla mole imponente che ha visto aggiungersi alle oltre 70mila pagine delle carte del rinvio a giudizio, tutti gli atti del dibattimento di primo grado e le consistenti memorie di appello. Così non è stato e, anzi, Rete, Pdcs, Partito Socialista, Psd, Mdsi e i consiglieri indipendenti di Elego, Giovanna Cecchetti e Tony Margiotta, stanno facendo di tutto, con incomprensibili e discutibili motivazioni, perché i due giudici designati per concorso non prendano servizio, di fatto bloccando il processo di appello del “conto Mazzini”. Il Giudice Caprioli, chiamato ad adempimenti di appello civile e amministrativo, si è visto quindi costretto a revocare il decreto che fissava la prima udienza del “Mazzini” e a mutare il calendario delle udienze, non potendolo garantire visto il ruolo di supplenza cui è chiamato. 

A quanto si sa, dunque, il giudice fisserà nuovamente il calendario del “Mazzini” quando saranno effettivamente operativi i nuovi Giudici di appello, in modo da consentirgli di dedicarsi esclusivamente al processo più complesso, per la mole di documentazione e per le implicazioni ad esso legate, che il tribunale sammarinese si sia mai trovato ad affrontare

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