San Marino. Incoerenza “sconfuortante” di Rete e dell’ex opposizione

San Marino. Incoerenza “sconfuortante” di Rete e dell’ex opposizione

L’Informazione di San Marino. Incoerenza “sconfuortante” di Rete e dell’ex opposizione

Antonio Fabbri

Rispunta l’ombra di Confuorti grazie al governo demo-retino? Pare proprio che sia così, stando a quanto hanno affermato, non tanto tempo fa, loro stessi. Rete e Md-Si stanno proponendo, assieme alla Democrazia cristiana e agli altri alleati di governo, la nomina di tre giudici del Collegio Garante di Costituzionalità delle Norme. Tra questi il professor Giuseppe De Vergottini. Senza nulla togliere alla professionalità e autorevolezza del candidato, va però sottolineato che a dichiarare “inopportuna” quella nomina, ancor prima di proporla, sono stati proprio Rete e Md-Si. Le due forze politiche, in un comunicato congiunto di neanche un anno fa, hanno infatti già usato parole di fuoco contro la nomina dell’attuale Dirigente del tribunale. Perché? Perché membro del Comitato scientifico della “Fondazione Tatarella”, una fondazione prestigiosa che si occupa in particolare di diritto costituzionale.

Ebbene, in questo comunicato del 24 febbraio 2019, Rete e Mdsi scrivevano: “Consideriamo poi inopportuna la partecipazione del dott. Guzzetta al Comitato Scientifico della Fondazione Tatarella, composta da varie personalità del mondo politico della destra italiana (indicando dunque un’appartenenza ideologica nel campo politico poco raccomandabile per il dirigente di un tribunale), tra i quali personaggi vicinissimi a Francesco Confuorti (Uricchio, Pedrizzi, Messa)”.

Logico, a vedere questo comunicato stampa, che Rete, e pure Mdsi e comunque i vari esponenti della ex opposizione oggi maggioranza, si guardino bene dal sostenere la nomina di un qualsiasi giurista membro di  quella Fondazione. Scontato, insomma… e invece no. Infatti risulta che nel Comitato scientifico della “Fondazione Tatarella”, pubblicato sul sito della Fondazione stessa, compaia, tra gli altri, anche Giuseppe De Vergottini: proprio uno dei tre nomi che la maggioranza ha proposto d’imperio per la nomina in seno al Collegio Garante di Costituzionalità delle Norme.

E’ ovvio che, poiché Rete è la prima a dar credito di coerenza e autocelebrazione a se stessa per le cose che dice e fa, risulta difficile non rilevare come sia la medesima Rete a sostenere che la partecipazione, del nominativo che propone, alla “Fondazione Tatarella” denoterebbe “un’appartenenza ideologica nel campo politico poco raccomandabile”. Un atto di “stima”, non c’è che dire, verso chi Rete assieme agli altri si appresta a nominare. Ora, o quel comunicato era una delle numerose cialtronate fatte passare come verità assolute per distorcere la realtà, il che è molto probabile, oppure oggi se ne fregano, tanto ormai l’hanno già data a bere ai loro sostenitori convincendoli di essere portatori di un candore di cui, invece, difettano. Oppure, più plausibile, entrambe le cose. Chissà come la vede, e come voterà, il neo consigliere di Rete, Giovanni Zonzini, che in un suo pezzo pubblicato su TribunaPoliticaWeb.sm e ripreso dal giornale oggi praticamente house organ del movimento, il 22 febbraio 2019, un paio di giorni prima del comunicato citato sopra, aveva scritto circa chi si trovava nel Comitato scientifico della Fondazione Tatarella: “..in quello stesso organo si trova, con altri notissimi volti italiani quali Vittorio Sgarbi e Giulio Tremonti, anche Paolo Messa, che fra le tante sue attività partecipa come moderatore alla conferenze di Confuorti. Poco sotto quello di Messa, troviamo anche il Magnifico Rettore Antonio Uricchio, marito di Cartanese, la quale, da consigliera di Carisp nominata da Adesso.SM, è coinvolta in scambi epistolari con Confuorti, scambi ormai da tempo sotto l’occhio della magistratura e all’origine del ‘Caso Titoli’. La Fondazione Tatarella, inoltre, vede nel suo comitato promotore Riccardo Pedrizzi, socio e collaboratore di Confuorti, nonché padre di un commissario straordinario di Asset Banca voluto da Savorelli”.

Beh, Rete e i suoi, utilizzando un neologismo ridanciano a loro caro, avrebbero definito, ieri, la nomina che oggi sostengono come “poco confuortante”. Invece oggi la propongono senza possibilità di discussione o confronto. Non c’è che dire, una coerenza invidiabile.

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