San Marino. Gabriele Vitali, isolamento domestico e multe, L’intervista

San Marino. Gabriele Vitali, isolamento domestico e multe, L’intervista

Gabriele Vitali: “mi angustia non vedere la luce in fondo al tunnel.”

“Il Segretario Ciavatta mi aveva detto che stava studiano misure per farci uscire in sicurezza, ma il nuovo Decreto conferma isolamento domestico e multe”

Una decina di giorni fa abbiamo ospitato su queste pagine due lettere aperte che Gabriele Vitali, un cittadino positivo asintomatico al Covid da settimane aveva indirizzato prima al Commissario Massimo Arlotti  e poi al Segretario alla Sanità Roberto Ciavatta, proponendo l’adozione di provvedimenti che alleviassero la difficile condizione di segregati in casa, sua e di una cinquantina di altri sammarinesi.

Signor Vitali, innanzitutto come sta? “Malino, grazie. O meglio, fisicamente sto come sempre bene: per me l’esperienza Covid si è risolta con una febbriciattola di un paio di giorni, fortunatamente. Purtroppo all’ultimo tampone di venerdì scorso sono risultato ancora positivo ed ho vinto almeno altri 10 giorni di arresti domiciliari. Proprio questo isolamento forzato mi sta generando degli stati d’ansia adesso veramente pesanti: dormo poco e male, fatico a concentrarmi fosse anche solo per leggere un giornale, non dico un libro, sono sempre più nervoso ed irascibile. La cosa che mi angustia maggiormente è non vedere la luce in fondo al tunnel. Se tutto andrà bene questa clausura durerà fino al 10 giugno, ovvero quasi tre mesi dalla mia prima quarantena iniziata il 12 marzo, il tempo che ci vuole per rimettersi da un infortunio grave. Troppo”.

I medici cosa dicono? “Niente di preciso, ahimè. Al telefono li sento sempre molto premurosi ma anche un tantino imbarazzati. Manifestano solidarietà, mi invitano a tener duro dicendo che il prossimo tampone andrà bene, ma è già un mese che lo ripetono ed è evidente che il fatto che non succeda li imbarazzi. La verità che mi hanno confermato pure loro è che non si sa con precisione quanto a lungo un infettato possa rimanere positivo: la breve storia del virus dice che ‘dopo un po’ ci si negativizza, ma garanzie in questo senso nero su bianco non te le può scrivere nessuno. E questo contribuisce non poco ad alimentare quel disagio di cui le parlavo prima. Se uno dovesse rimanere positivo ancora dei mesi l’unica risposta è l’isolamento in casa? All’inizio poteva anche starci, adesso non è più accettabile come risposta. Sui media italiani infuria il dibattito sulla attuale pericolosità del virus”.

Lei che idea si è fatto? “Premetto che io tendo a fidarmi di chi è più competente di me. I medici anche se a volte esprimono pareri contraddittori, sono convinto che abbiano fatto un ottimo lavoro di contenimento di quella che poteva essere un’ecatombe. Tuttavia è indubitabile affermare che lo scenario sia profondamente cambiato da quando, in marzo, ricoveravano un paziente con problemi respiratori alle 9 di mattina ed alle 9 di sera lo perdevano. Io non so se il virus si sia indebolito, ma certamente la curva del contagio si è appianata, abbiamo imparato a curare con efficacia i problemi che questo virus genera, le rianimazioni si sono svuotate, i nuovi contagi calano ed i morti pure. Insomma, va decisamente meglio. Si sente dire da più parti che è bene non abbassare la guardia ma io ritengo che se si sta a distanza di sicurezza, si indossa la mascherina e ci si attiene alle norme di igiene e di disinfezione raccomandate, si debba poter tornare a vivere, anche perché con una certa quota di rischio bisognerà sempre fare i conti. La sicurezza al 100% non è di questo mondo”.

Sull’opportunità di adottare il test messo a punto in Corea del Sud che misurerebbe la carica virale e non la semplice presenza del virus che si dice? “Ah quello noi quarantenati lo aspettiamo come la manna dal cielo! Attualmente l’OMS e le nostre autorità indicano come elemento di guarigione unicamente il superamento del doppio tampone negativo. Una regola “massimalista”, che inizialmente poteva anche essere la monoregola, ma che ora lascia aperte tante perplessità, condivise dagli stessi operatori sanitari. Ci sono stati casi di doppi negativi poi positivizzatisi, il che porterebbe a concludere paradossalmente che per essere considerati “guariti” con una maggiore sicurezza percentuale ne occorrano addirittura più di due. Un’altra osservazione pertinente è quella che riguarda la carica virale, e dunque la potenzialità di contagio, e dunque la pericolosità sociale, che un soggetto come noi ha dopo tante settimane. I medici hanno capito che questa carica cala fortemente col tempo, ma solo con questo nuovo protocollo potrebbero dire di quanto. Io capisco che prima di essere adottato ufficialmente debba essere ‘omologato’ dall’OMS, poi si debba verificarne la disponibilità, poi le risorse per somministrarlo anche in termini di rioarganizzazione. Non sarà una cosa rapida, ma la sensazione che la nostra restrizione dipenda molto dalle procedure non ci fa certo fare salti di gioia e ci fortifica nel chiedere misure dedicate al nostro benessere psicologico”.

Lei aveva indirizzato una lettera al Segretario Ciavatta, la cui replica ha sollevato un polverone. E’ soddisfatto dalle risposte ricevute? “Attenzione a non far confusione: il polverone si è sollevato più che sul merito della questione da me posta, su una questione di metodo nell’avanzare proteste. Il Segretario Ciavatta sulla parte che riguardava la presa in carico delle mie proposte, si era dichiarato sensibile: mi ha risposto pubblicamente, mi ha chiamato al telefono, dicendomi che il giorno prima si era incontrato con la Protezione Civile proprio per studiare delle misure che dessero un po’ di sollievo a noi quarantenati, facendoci uscire di casa in sicurezza. Io lo ringraziai seduta stante per questa apertura, chiedendogli unicamente quando, a suo giudizio sarebbero state operative queste misure, visto che per noi il tempo è un fattore decisivo. Il Segretario mi tranquillizzò dicendo che le avrebbe potute varare lui senza dover andare per forza in Decreto e quindi prevedeva entro la fine della settimana. Scorsa. Ieri è uscito il nuovo Decreto che per noi conferma l’isolamento domestico, multa e/o penale in caso di violazione. Come si può essere soddisfatti? Voglio fare un ennesimo, ultimo, esercizio di diplomazia, dicendo che noi lungodegenti ‘ab aeternum’, e qui parlo a nome di tutti quelli con cui mi son sentito in questi giorni, stiamo aspettando che si passi dalle parole ai fatti, altrimenti saremmo costretti a farlo noi”.

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