San Marino. Valeria Pierfelici, “riassetto” del Tribunale

San Marino. Valeria Pierfelici, “riassetto” del Tribunale

Vendette e sottrazione fascicoli nel “riassetto” del Tribunale

Non ci sono parole, se non di stupore, per descrivere il documento di riorganizzazione del Tribunale elaborato in quel poco tempo che Valeria Pierfelici è tornata dirigente.

A partire dai tempi, che fanno rilevare con tutta evidenza che il ritorno con votazione politica era pianificato e i suoi effetti predisposti con chirurgica strategia.

Una riorganizzazione vendicativa e punitiva interna al tribunale, nella quale vengono addirittura tolti ai titolari delle indagini e del dibattimento i fascicoli che erano già aperti e avviati verso la pubblicazione o la decisione.

Mai accaduto in passato, per non violare il principio del giudice naturale precostituito per legge, che un fascicolo aperto venisse tolto al titolare delle indagini che, pur cambiando distribuzione dei carichi di lavoro, doveva terminare i fascicoli aperti. La reintegrata dirigente in due minuti ha trasferito indagini, smistato procedimenti, tolto vagli decisori, redistribuito i fascicoli, eliminato le indagini in pool, gettato discredito sul precedente dirigente, cambiato la chiave della porta del Tribunale. Come dire: “E questa è casa mia e qui comando io”.

Gli effetti di questa riorganizzazione e destrutturazione appaiono grandemente prevedibili. Singolare che venga richiamata l’indipendenza e imparzialità dei giudici, e si sottraggano e ridistribuiscano a piacimento anche fascicoli già aperti. Tutto partendo da una frase che si commenta da sola: “Attesa l’urgenza di ripristinare la fiducia nell’amministrazione della giustizia, compromessa da comportamenti che non consentono di assicurare la percezione esterna dell’indipendenza e dell’imparzialità soggettiva ed oggettiva, soprattutto nella giurisdizione penale”.

A parte la portata offensiva, che queste manovre ripristinino la fiducia nell’amministrazione della giustizia, forse la si potrà raccontare nel piccolo mondo restaurato di San Marino. Difficilmente fuori.

Comunque, nell’istruttoria penale vengono lasciati solo due magistrati. Simon Luca Morsiani, che non avrà più l’affiancamento degli altri inquirenti, e Roberto Battaglino che torna dopo dieci anni di dibattimento all’istruttoria, salvo i processi nei quali gli altri decidenti saranno incompatibili. Va alla decisione penale Antonella Volpinari. Resta alla decisione penale Alberto Buriani, al quale però vengono sottratti tutti i dibattimenti, anche già aperti, che non siano “per il reato di lesioni personali conseguenti a sinistri stradali e ad infortuni sul lavoro, oltre a quelli per i reati previsti dalla legislazione speciale in materia di igiene e sicurezza sui luoghi di lavoro”. A Buriani vengono sottratti anche i fascicoli, anche per reati gravi di riciclaggio o legati alla corruzione interna, che erano aperti in istruttoria. Così pure a Laura di Bona.

Vengono trasmessi tutti ad altro inquirente sulla base delle nuove competenze, anche perché Pierfelici ha revocato le indagini in pool richiamando la decisione del plenario che ha revocato l’incarico a Guzzetta. A Buriani viene assegnato il rapporto con il Moneyval con una sorta di “obbligo di risultato”. Quindi Pierfelici affossa, in maniera neppure troppo velatamente offensiva, il lavoro e la professionalità di chi ha seguito finora i rapporti con il Moneyval, e accolla a Buriani da ora in poi “ogni responsabilità organizzativa e professionale perché la valutazione sia positiva”.

Ora, una considerazione è inevitabile: basterebbe vedere il disastro fatto nella giustizia negli ultimi giorni, compreso il documento della notte di venerdì depositato alle 21 e 20 con il quale la stessa Pierfelici smista i fascicoli, per capire che, a meno che non si vogliano raccontare bugie al Moneyval, la valutazione faticherà ad essere positiva.

Laura di Bona torna al civile e gli inquirenti penali tornano ad essere due. Tanto adesso di indagini in pool pare non esserci più necessità. C’è da aspettarsi, quindi, che i procedimenti, anche delicati, vadano dritti, non importa con quanto approfondimento, trattati da un solo Commissario della legge. Pare che, più che alla ricerca della verità, si punti alla ricerca funzionale della celerità.

Comunque, a Morsiani i reati contro l’onore, la diffamazione a mezzo stampa, i reati sull’inviolabilità dei segreti e, tra gli altri, i reati contro lo Stato.

A Battaglino, tra gli altri, i reati contro il patrimonio, contro la famiglia e l’economia pubblica, oltre alle decisioni nelle quali gli altri due decidenti sono incompatibili per aver fatto l’istruttoria.

Nell’incipit della distribuzione del lavoro dell’istruttoria penale, Pierfelici scrive: “I procedimenti penali per riciclaggio, per i reati previsti dalla normativa antiriciclaggio, e per i reati in materia bancaria e finanziaria sono assegnati ai Commissari della Legge Battaglino e Morsiani: la Cancelleria procederà alla assegnazione dei procedimenti sulla base del numero di iscrizione, iniziando da Battaglino. A Battaglino resterà la decisione su procedimenti per i quali gli altri decidenti siano incompatibili.

Molte le anomalie presentate da questo documento. La prima e più evidente: la sottrazione di fascicoli già aperti in istruttoria e ancora pendenti, così come quelli in decisione penale pendenti e la riassegnazione ad altro giudice, paiono violare il principio del giudice naturale precostituito per legge. E’ il magistrato dirigente che sceglie – con la sola parvenza di studiati automatismi – a chi assegnare determinati fascicoli e a chi sottrarli.

Altro aspetto discutibile: la riorganizzazione del tribunale non ha visto alcun confronto con il Consiglio giudiziario ordinario, con tutti magistrati, insomma.

Infine il benservito e la sostituzione della serratura: “Il Cancelliere Merlo riceverà le consegne dal prof. Guzzetta e dall’avv. Battaglino, quale dirigente supplente, procederà all’inventario dei sigilli, fascicoli e documenti presenti nell’ufficio del Dirigente Guzzetta, al quale restituirà gli eventuali effetti personali; provvederà alla conservazione di tali materiali per consegnarli al Dirigente che sarà nominato ed alla sostituzione delle chiavi del portone d’accesso al tribunale e dell’ufficio”.

Si è restaurato un sistema nel quale, davvero, ogni cittadino che non sia nelle grazie di alcuno, non può che avere paura, nello stupefacente silenzio degli avvocati, sia quelli degli imputati, sia quelli delle parti lese e delle vittime.

 

Giustizia, chiesti i verbali del Consiglio 

I membri per la opposizione che compongono la Commissione Giustizia chiedono alla Reggenza gli atti del Consiglio Giudiziario Plenario. Ieri Luca Boschi e Nicola Renzi sono saliti a Palazzo per l’incontro con i Reggenti. “Da quel Consiglio – spiega Boschi – sono uscite decisioni molto forti con la mancanza di numerosi membri. L’equilibrio evidentemente è ancora lontano”. “Tutta la cittadinanza vuole capire cosa sia successo venerdì – ha affermato Renzi. Serve per poter fare tutte le valutazioni politiche necessarie sul metodo. Quelle sul merito, ahimè, le abbiamo già fatte e non sono positive”.

 

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