San Marino rischia di non essere più un Paese anti-riciclaggio
ANTONIO FABBRI – Sul piano dell’effettività la riorganizzazione del lavoro penalizza ed emargina coloro che hanno portato avanti o coordinato le maggiori inchieste che hanno smascherato il denaro sporco
Chi se lo ricorda il procedimento per riciclaggio di denaro sporco proveniente dal Congo che ha portato all’incameramento di quasi 19 milioni di euro, definitivamente confiscati, entrati nelle casse dello stato? Si può dire che quei denari – grazie al lavoro di inquirenti, giudici e Procura fiscale – sono entrati anche nelle tasche dei cittadini e dei lavoratori, dato che quelle somme sono diventate pubbliche e, direttamente o indirettamente, sono servite per pagare stipendi o per attendere ai servizi che lo Stato deve garantire alla collettività. Ebbene, solo per citare un esempio, il riassetto fatto in quattro e quattr’otto e nottetempo alle 21 e 20 di venerdì scorso, punisce chi ha reso possibile questo successo dello Stato sull’illegalità e in particolare sul riciclaggio di denaro sporco (…)
Articolo tratto da L’Informazione
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