Npl e Cis, spunta l’interessamento di un fondo americano

Npl e Cis, spunta l’interessamento di un fondo americano

L’informazione di San Marino

Spunta l’interessamento di un fondo americano per Npl e Cis 

Ci sarebbe già stato un incontro con il governo. Si tratterebbe della gestione dei crediti dubbi dell’intero sistema

Con l’avvicinarsi della scadenza del blocco dei pagamenti, la vicenda Cis si fa sempre più ingarbugliata. Con la proposta della società francese Lunalogic che rileverebbe l’istituto mantenendo anche l’attuale forza lavoro, sembra che, per la prima volta a San Marino, si possa risolvere una crisi bancaria senza costi per lo Stato, questo sempre previa verifica tecnica dei requisiti necessari dei compratori da parte di Banca Centrale.

Ci sarebbe però anche un’altro interessamento da parte di un non meglio precisato, almeno per ora, fondo americano, che pare abbia avuto contatti con lo Studio Botteghi, fondo specializzato in gestione degli Npl. La proposta sarebbe già stata illustrata al Governo e non è dato sapere se ci siano stati incontri anche Banca Centrale. In sostanza il fondo americano potrebbe farsi carico anche del problema BancaCIS, ma sul piatto avrebbe messo principalmente l’interesse del suo ambito di operatività, ovvero la gestione della totalità degli Npl del sistema sammarinese, costituiti nella maggioranza dei casi da crediti deteriorati con degli immobili a garanzia che si trovano prevalentemente a San Marino. In sostanza il fondo acquisterebbe i crediti a percentuali interessanti per poi rientrare dell’investimento tramite la gestione della parte immobiliare e del recupero crediti. Occorrerà vedere quali saranno le percentuali di acquisto e di recupero che saranno messe in campo, considerato che, poi, l’operazione potrebbe avere ricadute, anche in tale caso, sulle casse pubbliche, visto in particolare che Cassa di Risparmio è di proprietà dello Stato.

Altro elemento da valutare sarà la questione delle garanzie immobiliari sottostanti alla cessione dei crediti non performanti. La cessione di questi, e di conseguenza degli immobili a garanzia, ad un unico soggetto, ne farebbe in sostanza il proprietario della più vasta proprietà immobiliare e del mercato della Repubblica. Di qui una necessaria valutazione ponderata. Si realizzerebbe insomma una traslazione dei cosiddetti “poteri forti” legati alle proprietà immobiliari, da più soggetti interni ad un unico soggetto esterno. In questo progetto, se non dovesse andare in porto la cessione di BancaCis al gruppo francese, l’interesse del fondo americano per il Cis sarebbe marginale tanto che l’ipotesi potrebbe essere quella di andare verso la creazione di una good bank e una bad bank, con il rischio che le perdite ricadano alla fine sullo Stato. La situazione è dunque su ogni fronte delicata e in divenire, ma conferma come queste settimane saranno decisive per l’intero sistema.

 

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