Adriano Cespi – Nuovo Quotidiano di Rimini: Dopo la denuncia presentata dal legale della famiglia del campione e l’apertura di una nuova indagine si attende ora la nomina del perito della Procura / Pantani, i quattro tasselli mancanti / Scena del crimine modificata, disordine creato, ferite da percosse e droga ingerita / Secondo l’esposto ecco gli indizi che proverebbero l’omicidio, non c’è però il movente
RIMINI. Scena del crimine modificata e disordine creato artificialmente. E poi quelle ferite sul corpo del campione e l’enorme quantitativo di droga ingerita. Quattro i punti chiavi su cui si basa l’esposto presentato, il 24 luglio scorso, dall’avvocato Antonio De Rensis, legale della famiglia di Marco Pantani, per smontare la tesi della morte per overdose di cocaina con cui venne archiviato il caso (il difensore, ieri mattina, ha incontrato il procuratore capo Paolo Giovagnoli nel suo ufficio al terzo piano del palazzo di giustizia di Rimini). E imporre alla nuova indagine, aperta come atto dovuto dopo la presentazione della denuncia, un’impronta diversa, opposta, decisamente clamorosa. Quell’omicidio volontario contro ignoti (era il 14 febbraio 2004 quando Pantani venne ritrovato cadavere in una stanza del residence Le Rose di Rimini), ipotesi di reato indicata nel nuovo fascicolo d’indagine, infatti, pesa come un macigno su quanti indagarono all’epoca dei fatti: polizia e magistrato delegato. Gettando una luce sinistra, misteriosa, sull’intera vicenda. (…)
