NS. movimento libero. Intervista al capogruppo Massimo Cenci. SMNA

NS. movimento libero. Intervista al capogruppo Massimo Cenci. SMNA

 NS, MOVIMENTO LIBERO. INTERVISTA AL CAPOGRUPPO M. CENCI

“Referendum.
Sammarinesi voteranno non per la tenuta di un governo, ma per il futuro del
Paese”



Hanno detto basta alla politica
del“contro qualcuno” e del “per qualche cosa”, alle alleanze “per sigle” e ai
“percorsi circoscritti” all’attuale panorama partitico. Spente da poco le dieci
candeline, rafforzata la propria identità di movimento, Noi sammarinesi
preferiscono aprirsi alla società civile, per un impegno volto a disegnare il
futuro del Paese.

Protagonista dell’ultima
intervista della prima serie di “Politicamente” è Massimo Cenci, presidente del
gruppo consiliare di Ns, ultimo nato in seno al Consiglio Grande e Generale,
costituito a seguito del divorzio dal gruppo del Pdcs.

Rispondendo alle domande, Cenci
spiega le caratteristiche del suo movimento che ha intrapreso un progetto
innovativo,  quello di“creare le
condizioni affinché più gente di qualità possibile si impegni per il Paese”, al
di là delle appartenenze politiche. “Il confronto va fatto sulle cose da fare- sottolinea-
 è inutile sottolineare cosa ci divide,

è meglio andare avanti su ciò che
ci accomuna”. Non solo: Cenci interviene anche sull’attualità politica, tra cui
la vicenda della Gdf e l’appuntamento referendario del 15 maggio.

1) Il suo movimento ha compiuto
da poco 10 anni: nato da un gruppo di giovani “in fuga” dal Pdcs ha raccolto
adesioni anche in altre aree – lei per esempio ha un passato da socialista- e
si è affermato nel panorama politico sammarinese. Oggi che cos’è diventato Noi
sammarinesi?

“Il movimento è nato 10
anni fa per volontà di un gruppo di sammarinesi
che volevano dare il proprio contributo per il proprio Paese; era un periodo in
cui fare qualcosa di nuovo e mettersi in competizione con partiti e personaggi
forti rappresentava un atto di grande coraggio.

Dopo
due anni, assieme al Nuovo Partito Socialista, ha creato la Lista della
Libertà. È stata una evoluzione importante, un progetto di grande apertura
allora all’avanguardia ed oggi ancora attualissimo.  Quando nel 2012 Nps ha deciso di abbandonare
la Lista, quelli di noi che credevano nel progetto sono rimasti e hanno
proseguito il lavoro, consapevoli che lo spirito, la voglia di condividere e di
provare a fare assieme qualcosa di buono per il nostro paese ci avrebbe
rafforzato ancora. Noi Sammarinesi oggi è l’evoluzione di quel progetto: sono
arrivate nuove persone anche d
a altri partiti ma soprattutto dalla società
civile.  È un movimento libero da ideologie e aperto al contributo di tutti. Se
disinteressato”.

2) Ultimamente Ns ha compiuto due
mosse che hanno spiazzato gli elettori sammarinesi, proprio nella fase finale
della legislatura. Prima si è “staccato” dal gruppo consiliare con il Pdcs,
creandone uno autonomo, proprio per riaffermare con forza la sua identità. Poi
un consigliere- l’attuale Ecc.mo Capitano Reggente- ha lanciato il progetto di
una prossima “legislatura costituente” insieme all’ex di Su, Alessandro Rossi,
per resettare le antitesi politiche e riavviare il Paese. Ci credete davvero?
 

“Noi Sammarinesi ha fatto
la prima mossa, la seconda è stata una iniziativa personale.

La scelta di creare un
nostro gruppo consigliare è stata dettata dalla diversa visione di prospettiva
politica rispetto al nostro alleato di lista. Quello in cui crediamo è che la
politica tutta, così come impostata oggi, trovi enormi difficoltà ad affrontare
interventi importanti e anche impopolari indispensabili per il bene delle
generazioni future.

Assistiamo
quotidianamente, su tanti argomenti, a posizioni politiche di comodo, tese più
a danneggiare l’avversario di turno che a risolvere i problemi o a raggiungere
obiettivi utili per il paese. In molti ragionano più “contro qualcuno” che per
“qualche cosa”.

Siamo anche consapevoli
che questo clima tiene molte delle menti migliori del paese lontane dalla
politica attiva: oggi invece c’è bisogno di tutti, bisogna creare le condizioni
affinché più gente di qualità possibile si impegni per il paese. Il confronto
va fatto sulle cose da fare per trovare le soluzioni migliori per progettare la
San Marino del domani: è inutile sottolineare cosa ci divide,

è meglio andare avanti su
ciò che ci accomuna.

3) In tutto questo, avete
definitivamente abbandonato l’ipotesi di un avvicinamento al progetto
#SanMarinoFutura? In caso, perché?

“Noi abbiamo il nostro
progetto, che mira a superare il concetto di alleanze di sigle e di percorsi
circoscritti all’attuale panorama politico: per noi a fare la differenza sono
le persone e la nostra attenzione va a tutti coloro che vogliono mettersi in
gioco per dare il proprio contributo in un momento particolarmente difficile.

Bisogna disegnare il
futuro del paese: bisogna farlo bene ed in fretta, con la più ampia
condivisione possibile.

Le nostre porte non sono
chiuse per nessuno e siamo pronti a confrontarci con chiunque voglia accettare
questa sfida”.

4) Questione morale: è ancora un’emergenza
per il Paese?

“Non mi piace affrontare il tema della questione
morale in termini di emergenza: l’attenzione deve essere alta sempre, anche
quando non ci sentiamo in pericolo.

Quello che serve è creare un sistema di anticorpi
che mantenga costantemente alto il livello di difesa;
negli ultimi anni è stato fatto molto in questa direzione ma l’errore più
grosso sarebbe fermarsi. Una riflessione però dovremo farla tutti rileggendo in
chiave critica la storia degli ultimi trent’anni e capendo in quanti,
direttamente o indirettamente, hanno beneficiato (e stanno beneficiando) di
vantaggi o hanno contribuito a sostenere un sistema che oggi contestano.

Pensare che il malaffare risieda solo nella politica
e che la società civile sia per definizione al di sopra di ogni sospetto
potrebbe essere il limite più grande al salto culturale che dobbiamo compiere
per affrontare al meglio la questione”.       

5) Dopo gli sforzi fatti in
questi anni per adeguarsi agli standard internazionali, San Marino viene ancora
messo alla prova con l’ultima offensiva della Guardia di finanza. Perché,
secondo Ns, l’Italia nei fatti considera San Marino ancora un vigilato
speciale?    

Riteniamo
le modalità dell’operazione della Guardia di Finanza, che non dimentichiamo
parte da un procedimento penale della Procura di Forlì, assolutamente non
accettabili.

Non possiamo tollerare un’indagine
a tappeto, senza distinzioni, su migliaia di soggetti che hanno in comune il
solo fatto di avere eseguito operazioni bancarie tra San Marino e l’Italia.

Il
problema non è quindi di carattere esclusivamente tecnico ma si sposta su
quello politico: i
l nostro Paese ha intrapreso percorsi
importantissimi che ci hanno portato ed essere un paese trasparente, virtuoso
ed in linea con i migliori standard internazionali, e tutti sappiamo quanto è
stato difficile.

Un percorso più volte
pubblicamente apprezzato dall’Italia e da molti organismi internazionali: per
questo ci rifiutiamo di pensare di essere considerati un vigilato speciale e
bene ha fatto il Governo a chiedere in tempi brevissimi un chiarimento politico
al Governo italiano.

Attendiamo al più presto
una risposta della controparte, considerando che anche una mancata risposta
sarebbe indicativa, e agiamo immediatamente di conseguenza”.

6)  Quale sarà la portata politica
dell’appuntamento con il referendum del 15 maggio prossimo? Il governo sarà
capace di superare questa prova a prescindere dal risultato dei sì e dei no?

“Credo che la tenuta di questo governo non sia
legata all’esito referendario.

Credo anche che sia opportuno tenere il più
possibile separati i referendum, che riguardano temi molto importanti per il
paese, dalla stretta attualità politica: trasformarli in un voto pro o contro
governo, pro o contro determinate forze politiche sarebbe pericolosissimo. I
cittadini devono essere informati nel miglior modo possibile di cosa comporti
votare in un modo o nell’altro, e su questo devono prendere le proprie
decisioni.  Non per la tenuta di un
governo ma per il futuro del paese”.

 

 

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