Nuova presa di posizione su Gaza di Morganti e Tomassoni

Nuova presa di posizione su Gaza di Morganti e Tomassoni

Gaza: finalmente il governo si allinea alle posizioni della comunità internazionale, ma ora occorre dimostrare la volontà effettiva per la pace in Medio Oriente

Sull’onda dell’importante decisione assunta dalle Nazioni Unite l’8 gennaio scorso (risoluzione 1860), finalmente anche il governo di San Marino si è allineato alla posizione della comunità internazionale che chiede l’immediato “cessate il fuoco” a Gaza e condanna le violenze che l’aggressione israeliana sta producendo sulla popolazione civile e, nel contempo, gli atti di terrorismo fomentati da Hamas. Il Consiglio di Sicurezza ha approvato la risoluzione con 14 voti favorevoli e la sola astensione degli Stati Uniti, che non avendo esercitato il diritto di veto, ha di fatto reso possibile l’adozione del provvedimento. Non è stato piacevole per quei sammarinesi che da sempre si sono schierati per una soluzione di pace in Medio Oriente, ritrovarsi per 15 giorni, cioè dall’inizio del conflitto fino al 9 gennaio, con un governo che sosteneva il pieno diritto di Israele di difendersi ed attribuiva ai palestinesi la causa della rottura della tregua. Quando poi è stata decisa l’invasione militare della striscia di Gaza da parte dell’esercito israeliano e gli effetti gravissimi sulla popolazione civile palestinese si sono manifestati in tutto il loro orrore, il governo di San Marino ha perso l’occasione per differenziarsi dal governo italiano, unici in Europa ad usare toni che giustificavano l’intervento armato. In questo frangente il governo ha commesso un errore grave, certamente non in linea con la politica di equidistanza e di neutralità attiva che caratterizzano da decenni il ruolo della Repubblica nel contesto internazionale. Per questo motivo, il 5 gennaio, siamo giunti alla determinazione di presentare un’interpellanza consiliare per chiedere motivo di questo atteggiamento incongruente. Oggi, con l’allineamento della posizione di San Marino alla decisione del consiglio di Sicurezza dell’Onu, possiamo dire che finalmente l’errore del governo sammarinese sia stato recuperato. Riteniamo però che occorra, ora più di prima, una decisa azione che faccia emergere l’impegno della Repubblica affinché anche il popolo palestinese possa disporre di un proprio territorio in cui creare finalmente, dopo più di sessant’anni, tutte le condizione che possano identificarlo come un vero e proprio Stato. Uno Stato con piena sovranità e pieno diritto del suo popolo alla autodeterminazione, superando la condizione di “profughi in terra propria” in cui i palestinesi sono costretti a vivere, condizioni che hanno fatto affermare allo stesso Cardinale Renato Martino come siano “orribili le condizioni che a Gaza costringono la gente a vivere in un enorme lager, contro ogni dignità umana”. Molto importante, soprattutto in questa fase di profonda crisi, può essere l’avvio delle relazioni diplomatiche fra la Repubblica di San Marino e l’autorità palestinese finalizzata all’apertura di un Consolato in Palestina. Nel contempo grande efficacia può assumere la decisione di istituire a San Marino un Osservatorio Permanente per la Pace che, una volta fissate le regole sulla base dei principi riconosciuti dall’intera comunità internazionale, ne verifichi costantemente il rispetto da parte degli Stati e promuova l’incontro in territorio neutrale delle parti in conflitto col fine di individuare soluzioni che mantengano le condizioni di pace basandosi sul dialogo e il confronto.

(Mirko Tomassoni – Giuseppe Morganti)

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