Orazio Mazza sulla elezione della Reggenza

Orazio Mazza sulla elezione della Reggenza

Malinconico autunno

Per mercoledì prossimo è previsto l’avvicendamento semestrale della Reggenza e il fatto si colloca in un processo secolare e quindi, per certi versi, scontato. Il caso, però, che si è materializzato nelle figure di due eroi che hanno trovato asilo politico totalmente disinteressato nelle braccia accoglienti del Partito curiale, dopo essere scappati dal lager della sinistra riformista brutta e cattiva, dove erano torturati con atrocità indescrivibili, ha regalato ai sammarinesi una Reggenza che solo uno stravagante oroscopo avrebbe potuto prevedere appena pochi mesi fa. Infatti, molti di coloro che si occupano in modo non fazioso di cose politiche, dopo il salto di AP nell’altra parte del campo, ritenevano normale e quasi doverosa una Reggenza di garanzia espressa dalle due coalizioni che, allo stato delle cose, sono sostanzialmente equivalenti. Tanto più che la differenza numerica a favore della destra è il risultato della migrazione dei due Consiglieri Berardi e Ottaviani allo scadere della ventiquattresima ora. A dimostrazione di un profondo travaglio ideale e di coscienza!

L’imminenza delle elezioni, di una fase cioè che richiede ancora più garanzie di imparzialità nei fatti e nell’immagine, rafforzava decisamente tale scelta. Nel semestre ottobre 2003 – aprile 2004, in un contesto nel quale le elezioni politiche non erano alle porte, anche se qualcuno le chiedeva, si era realizzato un accordo per una Reggenza di garanzia. E i numeri non erano quelli di oggi. Il periodico di AP, nell’ottobre del 2003, in un lunghissimo articolo, si augurava, fra l’altro, che “la Reggenza di garanzia diventi una costante della nostra vita istituzionale”.

Oggi, in un quadro che avrebbe valorizzato ed elevato la lotta politica più dello strapotere vincente dell’immobiliarista, o degli immobiliaristi, e degli altri poteri forti, compresi quelli curiali, la Reggenza di garanzia avrebbe rappresentato un atto di altissimo valore democratico e di normalità politica.

Sono i fatti a dire chi non l’ha voluta! Tutto è mutato, e molto rapidamente, tra maggio e giugno di quest’anno e non mancherà il tempo per ricostruire lo spregiudicato cambiamento di alleanze maturato in quel periodo e per far uscire allo scoperto gli attori politici, spirituali e affaristici che lo hanno determinato. Una DC anacronistica, disorientata e con pochi inconsistenti alleati, è stata letteralmente miracolata dall’azione congiunta di cemento, finanza e turibolo. Ha imposto, in accordo con la pecorella smarrita 15 anni fa e ritrovata nel ruolo di misericordiosa salvatrice, un candidato a Capitano Reggente al quale sempre il periodico di AP aveva ripetutamente dedicato un’attenzione non proprio benevola per le imprese sudamericane (da non confondere con quelle di Ernesto Che Guevara) e più recentemente, nel 2006, per l’organizzazione logistico – elettorale estera negli alberghi di Viserba e di Misano e lo aveva identificato come persona di assoluta fiducia e di stretta osservanza delle volontà del capo indiscusso degli anni ’90.

Oggi gli uomini e la politica dei “micidiali anni ‘90”, come usa ripetere il Prof. Bindi, sono tutti riemersi dalla neppure lunga apnea. Ci sono quelli che hanno svenduto il Camping, il Palazzo INAIL, che hanno tramato con Scaramella, che hanno portato i giochi a SanMarino, che hanno provato a svendere Ca’ Montanaro e le Cinque Vie.

La mancata Reggenza di garanzia non si giustifica quindi politicamente, ma si spiega. Il patto fra DC e chi ha saltato il fosso sembra sulla linea della prova di forza ed è molto difficile che “i cespugli” della destra possano costituirne un argine. E’ invece più probabile che ne facciano le spese. E non è da escludere che il ruggito del leone che si oppone ai poteri forti si trasformi, se già non lo ha fatto, nel lamento di un coniglio.

Orazio Mazza

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