Ordine del Giorno SU

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ORDINE DEL GIORNO
Il Consiglio dei XII nelle sua seduta del 21 aprile scorso ha assunto la grave decisione di aprire le maglie della intestazione di immobili alle persone fisiche forestiere riducendo il requisito alla sola residenza e non più dunque dopo la decorrenza di almeno sei anni di questa nel territorio della Repubblica.
Ricordiamo che fino al 28 gennaio 2010 l’intestazione di immobili ai forestieri veniva concessa solo a coloro che potevano vantare la propria residenza in territorio per almeno dieci anni poi, con una decisione che aveva sollevato notevoli perplessità e distinguo fra i Consiglieri di opposizione, la maggioranza di centro destra volle ridurre tale periodo a sei anni.
 
La deliberazione del 28 gennaio 2010 fu assunta nel corso della discussione di un comma espressamente previsto all’Ordine del Giorno della seduta, mentre la decisione ben più radicale di limitare il requisito alla mera residenza è stata presa senza che l’argomento sia stato messo all’Ordine del Giorno della seduta del 21 aprile in un apposito comma.
L’autorizzazione ai forestieri per l’acquisto di beni immobili situati nel territorio della Repubblica è uno dei compiti principali del Consiglio dei XII, specialmente da quando le sue competenze di carattere giurisdizionale gli sono state giustamente sottratte in armonia con una più corretta applicazione del principio di separazione dei poteri. Questa facoltà del Consiglio dei XII, che in sostanza costituisce il controllo pubblico e generale sulle alienazioni di proprietà immobiliare in favore di non cittadini, risale alle origini dell’Istituto e ne caratterizza fortemente le funzioni e la rilevanza nel sistema costituzionale sammarinese, sin da quando fu avvertita la consapevolezza di fenomeni che avrebbero potuto minacciare l’indipendenza del Paese e l’integrità del potere sovrano della Repubblica in materia di gestione del territorio inteso, assieme al popolo e all’intero corpus normativo, come uno dei tre elementi costitutivi dello Stato.
Il dovere di tutelare, controllare e amministrare con prudenza la proprietà legale del territorio ha una rilevanza fondamentale per il microstato, il quale deve garantire che solo una quota compatibile con l’esercizio della sovranità possa essere acquisita da stranieri, affinchè l’esercizio su larga scala di interessi privatistici esterni non ingeneri interferenze o alterazioni nel sistema economico o politico
Il problema è dunque amministrativo, istituzionale e politico.
L’incauta decisione dello scorso 21 aprile tradisce lo spirito della legge costitutiva del Consiglio dei XII e ogni criterio di prudenza e buona amministrazione, mentre sembra corrispondere solo agli interessi delle potenti lobbies immobiliariste alle quali dobbiamo lo scempio del territorio e la proliferazione incontrollata e selvaggia di una cementificazione che ha prodotto più di 8000 unità immobiliari sfitte alle quali oggi si tenta di aprire una opportunità di mercato lucrosa, ma carica di rischi per la comunità.
Questo nuovo e ulteriore regalo alla speculazione immobiliare è intollerabile e immotivato, e le giustificazioni risibili: la prima rivendica il presunto diritto dei non cittadini ad entrare in possesso subito della prima casa, quando sei anni di residenza erano appena sufficienti per accertare il reale attaccamento e radicamento al nostro Paese. La seconda invece chiama in causa la necessità di favorire quei non cittadini in grado di promuovere progetti imprenditoriali e di sviluppo economico, ma la discrezionalità del Consiglio dei XII già gli consente con larghezza di mezzi di autorizzare questi casi.
Il Consiglio Grande e Generale dunque,
vista la deliberazione assunta dal Consiglio dei XII nella seduta del 21 aprile scorso che riduce alla mera residenza in territorio il requisito richiesto alle persone fisiche forestiere per l’intestazione di immobili,
considerando come tale deliberazione si traduca in un premio alla speculazione immobiliare aprendo la strada a fenomeni di ingovernabilità del territorio che possono mettere a rischio la sicurezza e la sovranità del Paese,
considerando inoltre come tale deliberazione impoverisca il Consiglio dei XII in una delle sue principali funzioni andando a ledere la sua stessa connotazione di organo istituzionale,
alla luce della palese violazione del Regolamento Consiliare grazie alla quale la deliberazione è stata assunta senza la previsione di un comma specifico all’Ordine del Giorno della seduta,
 
dispone l’annullamento del provvedimento.
depositato dal  Gruppo Consigliare di  Sinistra Unita

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