Osla rigetta la proposta di riforma previdenziale

Osla rigetta la proposta di riforma previdenziale

OSLA Organizzazione Sammarinese
degli Imprenditori non condivide ne l’impostazione del I pilastro ne quella del
II pilastro.

Ci pare insensato accorpare i
fondi e contemporaneamente dire che tra di loro devono mantenere
l’autosufficienza, perché è evidente da tempo come due di questi fondi sono in
cronica carenza.

Nel progetto di legge, emerge come
creando una macro categoria economica degli AUTONOMI, che comprende Liberi
Professionisti, Commercianti e Artigiani; ed essendo i fondi dei Commercianti e
degli Artigiani in deficit da molte annualità, sperare che i professionisti
mantengano questo nuovo fondo in attivo ha
dell’incredibile.

A questo punto per il sistema
occorre PASSARE SUBITO AL SISTEMA CONTRIBUTIVO, non fare il secondo pilastro nel
senso di renderlo obbligatorio (ma solo facoltativo); altrimenti tanto vale
tornare al passato e farsi la previdenza per conto
proprio.

Da
tempo OSLA ha presentato, ai vari Segretari di Stato che si sono succeduti,
alcune proposte in materia di riforma pensionistica.
OSLA ritiene
fondamentale quindi:


Unificazione di tutti i fondi pensionistici in un solo fondo che verrà
alimentato da: datori di lavoro, lavoratori dipendenti, lavoratori autonomi,
Stato.


Gestione del gettito contributivo nell’ambito di uno speciale fondo a rendita
che dovrà essere utilizzato per la realizzazione di opere pubbliche e di
interesse pubblico e collettivo nella o per la Rep. di San
Marino.


Affermazione del principio: pari reddito pari aliquota.


Superamento del fondo assegni familiari. Il carico familiare verrà compensato
nell’ambito della IGR con l’adozione del quoziente familiare senza alcun
tetto.


Estensione degli ammortizzatori sociali a tutti i lavoratori dipendenti
superando ogni forma di discriminazione in ragione del tipo di contratto di
lavoro.


Riduzione della quota di assistenzialismo ed aumento della quota di
diritto.


Sostegno ai più deboli: pensione di reversibilità, anziani e
vedove.


Fissazione di un tetto di oneri sociali per i datori di
lavoro.


Definizione di una politica sociale moderna, equa, accessibile a tutti, basata
su interventi strutturali e riduzione degli interventi a
pioggia.


Abolizione di ogni tipo di incompatibilità fra lavoro e pensione riconoscendo al
pensionato il diritto al lavoro senza interferenze sulla pensione il cui reddito
va tassato separatamente con aliquota fissa del 4% ed il cui gettito andrà a
finanziare il fondo unico delle pensioni.


Politica economica a sostegno dello sviluppo, della produzione della ricchezza
dalla quale ricavare equamente le risorse per una moderna politica di sicurezza
sociale.


Politica dei redditi basata su di un accordo trilaterale con validità di dieci
anni e aumento dei salari attraverso la pianificazione del costo del lavoro e
fissando un tetto massimo al costo del lavoro; un accordo globale che coinvolga
tutte le organizzazioni e che consenta di recuperare capacità di spesa,
promuovere lo sviluppo e i consumi, attraverso la creazione del valore in
economia reale e la produzione di maggior ricchezza.


Monitoraggio dell’andamento del cuneo fiscale con un tetto massimo per i datori
di lavoro e delle sue singole quote componenti.


Deciso passaggio al sistema contributivo (sostenibile economicamente nel tempo)
dal sistema retributivo a ripartizione (non in grado di sostenersi in caso di
cambiamento del rapporto tra contribuenti e pensionati).


Riforma del sistema di Sicurezza Sociale nel pieno rispetto della Carta dei
Diritti; riqualificazione dei servizi sanitari. Programmazione e formazione
professionale incentivata per i dipendenti necessari nei prossimi 10
anni.

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