‘Paesaggi di lana’ sul Titano

‘Paesaggi di lana’ sul Titano

“Paesaggi di lana” sul Titano

Da oggi in mostra a San Marino le singolari opere della pittrice e decoratrice russa, Natalia: quadri lavorati con lana merinos
Il Segretario di Stato per la Cultura Romeo Morri al taglio del nastro

Da oggi nell’accogliente e calda cornice del Tannino Wine Bar di San Marino è in scena la mostra “Paesaggi di lana” della pittrice russa Natalia Geminiani. Una mostra molto particolare e suggestiva, in quanto si tratta di opere realizzate interamente con lana merinos.
Partendo da un tributo a Giò Mondelli, di cui Natalia rielabora e reinterpreta alcune delle sue opere più celebri, proiettandole in una dimensione più onirica e straniante, dove il paesaggio e gli spazi acquisiscono matericità e profondità, l’artista russa trasferisce poi il proprio sguardo su altri soggetti e paesaggi, preservando quella impronta guida che è l’amore – e l’esaltazione – del colore e della luce. Paesaggi e vedute da ammirare, ma anche da toccare. Sì, perché la grande novità della tecnica di Natalia, come dicevamo, è l’utilizzo di lana di pecora, con cui dà vita e sostanza a cose, a squarci e istantanee di quotidianità.
Pennellate di lana che varcano il confine tra finzione e realtà e ci consegnano un paesaggio non più relegato alla sola vista. Opere che sono state molto apprezzate dal Segretario di Stato per la Cultura Romeo Morri, che ha visitato in anteprima la mostra. “Sono rimasto molto affascinato da queste opere – ha commentato Morri – è una tecnica molto singolare, che offre risultati visivi sorprendenti”. Una tecnica inedita per l’Italia e per San Marino, che sarà possibile ammirare fino al prossimo 15 febbraio all’interno del locale sammarinese Tannino Wine Bar (via Cella Bella, 39).

Natalia Geminiani (nata a San Pietroburgo il 1979). Pittrice e decoratrice di origine russa, da tempo ha concentrato la sua ricerca sull’utilizzo della lana nelle sue varie applicazioni e sulla trasposizione di questa suggestiva tecnica alla pittura, novità assoluta questa per il panorama italiano dove l’uso della lana e le sue tecniche applicative sono ancora essenzialmente relegate all’oggettistica. Una ricerca che trovato un importante impulso dalla frequentazione del movimento Steiner-Waldorf.

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