NQ di Rimini. La relazione economico-finanziaria redatta dall’ex assessore al Bilancio del Comune di Rimini, Mario Ferri, corredata di esami ai bilanci e analisi dei mutui / Ecco le società che hanno partecipato alla realizzazione e gestione del Palacongressi
RIMINI. Quattro sono le società che si intrecciano nella realizzazione, prima, e gestione, poi, del Palacongressi. Analizziamole partendo dallo studio condotto dall’ex assessore al Bilancio del Comune di Rimini, il commercialista Mario Ferri. La prima è Convention Bureau, la società, presieduta dal commercialista Roberto Berardi, che gestisce il Palas, che nel 2013 ha chiuso il bilancio in rosso, con un deficit di quasi un milione di euro. Poi c’è la Rimini Fiera Spa(detiene il 72 per cento di Convention Bureau) che chiude il 2013 con un calo di fatturato di circa 5 milioni ed un leggero attivo (320 mila euro), ma il Gruppo di cui fa parteha unbilancio negativo di 1,9 milioni di euro. La società al 31 dicembre 2012 presentava un’esposizione bancaria per più di 36 milioni di euro. Quindi passiamo a La Palazzo dei Congressi Spa, proprieta ria dell’immobile, che risulta indebitata con le banche per oltre 29 milioni di euro. Per la costruzione del Palacongressi la società ha acceso con il Monte dei Paschi un mutuo per 28 milioni. Il piano finanziario prevedeva poi che Convention Bureau pagasse un affitto annuo di 1,1 milioni (ma il Cda visti gli andamenti del mercato ha chiesto che venga dimezzato) e che le royalties pagate dagli albergatori fruttassero 1,1 milioni all’anno, mentre nel 2012 si sono fermate a 300 mila euro. Sul tappeto c’è anche la vertenza con la società costruttrice, la CofelyItalia alla quale sono stati chiesti 21 milioni per i danni derivanti dalla ritardata apertura del Palacongressi. Soci di questa società sono RiminiFiera (34%), Rimini Congressi S.r.l. (64,65%), Rimini Holding S.p.a. (0,38%), Camera di Commercio (0,38%), Provincia di Rimini (0,38%) Infine, c’è la Rimini Congressi srl, società i cui soci sono per un terzo ciascuno Rimini Fiera, Provincia di Rimini e Camera di Commercio. Rimini Congressi, secondo Ferri, non ha altra funzione che quella di essere uno strumento di indebitamento per finanziare la costruzione del Palacongressi. E a questo scopo è stato contratto un mutuo di 46,5 milioni di euro con Unicredit che, come garanzia, ha preteso il pegno sulla partecipazione di maggioranza in Rimini Fiera (52%) e le lettere di patronage di Comune di Rimini e Provincia di Rimini. La società si è avvalsa dell’accordo sulle ‘Nuove misure per il credito alle PMI’, sottoscritto fra ABI e le associazioni di categoria, ottenendo così che nel 2013 fosse sospeso il pagamento della quota capitale. Da gennaio 2014 il pagamento del mutuo dovrebbe quindi riprendere regolarmente. Il piano finanziario prevedeva anche che Rimini Congressi S.r.l. potesse rientrare dall’esposizione bancaria tramite la vendita di una partecipazione di minoranza in Rimini Fiera S.p.a,cosa però risultata di difficile realizzazione. Un altro strumento per ridurre l’in debitamento, secondo Ferri, è quello della cessione delle aree di via della Fiera e di via Emilia (il Conad dovrebbe realizzarvi un SuperStore) che porterebbe nelle casse del gruppo Rimini Fiera, proprietario dei terreni, una ventina dimilioni. Ma ci vorrebbe una variante urbanistica, che la giunta comunale non ha ancora portato al voto del consiglio.
Nuovo Quotidiano di Rimini
15 e 16 gennaio 2014