Paolo Rondelli, Presidente uscente Anis, a San Marino Fixing

Paolo Rondelli, Presidente uscente Anis, a San Marino Fixing

Paolo Rondelli, presidente uscente dell’Anis, traccia un bilancio del suo mandato in un’intervista a San Marino Fixing.

Emanuel Colombini è stato designato come successore di Paolo Rondelli alla guida della Associazione stessa. 

 

Presidente Rondelli, ha qualche rammarico?

“Se devo fare autocritica forse avremmo potuto essere un po’ più
bravi e incisivi nel farci ascoltare, per presentare le nostre proposte
nelle giuste maniere. Chiaro che il nostro ruolo ci impone di fermarci, a
un certo punto: il nostro compito è semplicemente di proporre. Poi su
più fronti è stata necessaria l’insistenza del Fondo Monetario
Internazionale per dare una scossa alle nostre istituzioni, che si sono
trovate alla fine a fare quello che noi avevamo proposto nel nostro
Progetto per il Paese”.

Si riferisce alle 11 Istanze d’Arengo presentate nel 2011?

“Sì. Il Consiglio Grande e Generale ce le ha bocciate quasi tutte (9
su 11, ndr) poi però meno di un mese fa a Washington hanno dovuto
promettere che avrebbero fatto quasi tutto quello che noi avevamo
chiesto. Parlo del pareggio di bilancio, dell’introduzione dell’Iva, del
riordino del mercato del lavoro”.

E poi c’è la questione del rinnovo contrattuale, che non è arrivato.

“ANIS ha cercato in tutti i modi di far compiere un salto di qualità
alle relazioni industriali. Purtroppo la trasformazione richiede tempo,
cambiare la mentalità non è facile né nelle singole persone, né negli
uomini o le donne che li rappresentano. Per giungere al rinnovo
contrattuale, lo diciamo da anni ormai, occorre trovare un accordo su
nuove regole che possano assicurare una maggiore competitività al
sistema. La trattativa è stata a lungo ferma, ora è ripartita. Per
quello che riguarda il mercato del lavoro, il discorso della
flessibilità degli orari di lavoro, la riduzione della flessibilità ci
sono discorsi che il sindacato fa fatica a digerire, perché stiamo
parlando di diritti acquisiti che fino a poco tempo fa rappresentavano
un tabù. Ma devo dire che c’è stato un grande lavoro di mediazione, di
relazioni, di dialogo e devo dire che passi avanti sono stati fatti. La
firma sul contratto non è arrivata, il tavolo prosegue, ci sono nodi
anche importanti ancora da sciogliere ma sono fiducioso”.

 

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