Paride Andreoli si dimette da Segretario del Psd

Paride Andreoli si dimette da Segretario del Psd

DICHIARAZIONI SEGRETARIO PSD
PARIDE ANDREOLI


Le insistenti voci collegate all’ipotesi di mie dimissioni dall’incarico di Segretario del PSD, unite a speculazioni su liti e spaccature all’interno del Partito mi impongono di intervenire per chiarire alcune posizioni.
Per non ledere e far perdere d’efficacia l’azione del Partito e della coalizione all’interno dell’aula consiliare, avrei atteso la prossima settimana per ufficializzare le mie dimissioni da Segretario del Partito dei Socialisti e dei Democratici, terminata la sessione consiliare in corso.

Questa mia personale scelta è stata in effetti già anticipata nei primi giorni di giugno al Presidente che, per correttezza e rispetto nei suoi confronti e dei compagni del gruppo Consiliare, ho voluto preavvisare prima di rendere pubblica tale decisioni e rimettere in mano dello stesso Presidente le dimissioni da presentare al Consiglio Direttivo del partito.

Tuttavia la fuga di notizie, architettata ad arte, mi costringe oggi ad intervenire ed a puntualizzare alcune mie posizioni.

Da troppo tempo è in corso una sotterranea campagna contro la mia persona da parte di alcuni compagni che non mi ritengono più adeguato per rappresentare il PSD come segretario ed in alcuni casi mi trovano di ostacolo ai loro complicati progetti politici, tra l’altro già messi in atto precedentemente.

I messaggi che periodicamente sono lanciati a mezzo stampa sono l’inequivocabile segnale che in alcune componenti del Partito non si riconosce più la linea scelta insieme al Congresso e ribadita durante i lavori dell’Assemblea Congressuale e soprattutto l’insofferenza verso sensibilità politiche e culturali diverse, impaccio per la costruzione di progetti alternativi all’attuale.

Personalmente non ho mai avuto problemi a farmi da parte, infatti nel 2007 non ho esitato a lasciare l’incarico di Segretario di Stato, motivando tale scelta con argomenti che i vari compagni che fanno parte dell’organismo centrale del partito ben conoscono. Solo dopo, su forte invito, nella piena consapevolezza delle responsabilità, ho accettato di mettermi, come sempre, a disposizione del partito, accettando l’incarico di Segretario del PSD, affidatomi all’unanimità nel congresso del dicembre 2007, gestito in una fase politica molto complessa, affrontando con dignità la sconfitta elettorale, come coalizione, del 9 novembre 2008, dalla quale però il PSD è uscito vittorioso e, per la prima volta, come partito di maggioranza relativa.
Il risultato delle elezioni politiche ci ha visto soccombere come coalizione, ma ha premiato il Partito che dal 10 novembre si è trovato a vivere una fase assolutamente inedita della sua breve storia.

La politica ha spesso dei passaggi complicati ed il PSD purtroppo non sfugge a questa regola e nel momento in cui gli elettori lo hanno nell’urna premiato, come primo partito a San Marino, si sono riaperte vecchie ruggini, frizioni, attriti fra componenti politiche e culturali del Partito che forse in fondo non si sono mai omogeneizzate e che in alcuni casi mal sopportano le gerarchie di partito e le regole comuni di convivenza democratica.

In tanti hanno scoperto in questi mesi che il percorso di aggregazione fra le varie correnti politiche che compongono il PSD era a forte rischio, così come molto differenti le visioni che il Partito doveva avere, rispetto alla maggioranza ed alla stessa coalizione di cui oggi fungiamo da partito guida.

Se ho delle responsabilità intendo assumerle fino in fondo, non mi nasconderò dietro trame oscure che qualche compagno ha tessuto in questi mesi tentando di fare passare il concetto che il problema del PSD fosse Paride Andreoli.

La prossima settimana il Consiglio Direttivo del PSD esaminerà le mie dimissioni, irrevocabili, e per quello che mi riguarda posso dire in coscienza di avere fatto il massimo per tenere unito un partito, che a pochi anni dalla sua nascita, attraversa una fase molto delicata che potrebbe addirittura minare la sua esistenza.

La gente chiede ai politici chiarezza e la mia decisione va nel senso della chiarezza, per lanciare una sfida ai compagni che credono veramente in un progetto innovativo, chiarezza per lavorare ad una fase nella quale si possa realmente costruire una nuova classe dirigente, che possa lavorare per dare le risposte che il Paese da tempo attende.

Le recenti elezioni europee hanno dimostrato nei fatti che il baricentro della politica si sta spostando sempre più verso il centro, un centro di ideali e valori, sui quali costruire un modello di società per lo sviluppo futuro.

Qualche compagno invece, nonostante le dichiarazioni di facciata, crede fermamente che il baricentro del PSD debba essere ancora più a sinistra, rispolverando legami con qualche forza politica dell’attuale maggioranza.

La prossima settimana, di fronte al Consiglio Direttivo, terminerà la mia esperienza alla guida del PSD e contestualmente, libero dal ruolo di garante dell’unità del Partito, potrò togliermi qualche sassolino dalle scarpe, accumulato in tre anni di corsa forsennata, nella quale forse per preservare una unità di facciata abbiamo costruito un gigante dai piedi d’argilla.

San Marino, 18 giugno 2009

Paride Andreoli,
Segretario – Partito dei Socialisti e dei Democratici

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