Parliamo della Fase 3: il rilancio economico sammarinese

Parliamo della Fase 3: il rilancio economico sammarinese

Parliamo della Fase 3: il rilancio economico sammarinese

Un essere invisibile, il coronavirus, ha originato la tempesta perfetta nel mondo e nei singoli Stati: in questa competizione tra la vita e la morte, l’essere umano non può perdere la sua razionalità e devono avere sempre ben chiari suoi obbiettivi di approdo. Navigare in un mare tempestoso, non deve farci perdere l’orientamento verso il porto sicuro.

La pubblica opinione ha ormai chiaro che dopo l’emergenza sanitaria, segue una Fase 2 di riapertura delle attività economiche e di graduale e controllata ripresa delle relazioni e degli scambi. La Fase 2 ha come criticità da superare la questione della liquidità per le famiglie, le imprese e gli enti pubblici. Il percorso da intraprendere contiene altresì la terza fase, il rilancio dell’economia, ma questa volta si dovrà parlare di economia sostenibile e di economia circolare.

Durante l’emergenza sanitaria, San Marino ha dato prevalenza alla salvaguardia dei seguenti valori, la tutela della salute di ogni residente, la salvaguardia della salute della comunità, l’attenzione alla salute di tutti senza discriminazioni. Altre Nazioni non hanno dato priorità a questi valori, abbiamo sentito proclamare l’immunità di gregge, la cura in base alla capacità di reddito, l’insufficienza e l’inefficienza delle strutture sanitaria con la selezione nella cura e nella determinazione tra la vita e la morte.

A San Marino l’apertura della Fase 2 vede la richiesta di aiuto delle famiglie e delle imprese per il mantenimento del tessuto economico e produttivo almeno equivalente alla situazione precedente alla crisi sanitaria e nello stesso tempo si toccano con mano esempi di necessaria intraprendenza, espressi da Simona Michelotti e la realizzazione di idee di business, di Massimo Valentini e di altri imprenditori sammarinesi.

San Marino ha estremo bisogno della Fase 3, cioè la formulazione di un piano di sviluppo, in cui si determini un ragionevole equilibrio tra l’economia reale e quella finanziaria, ricordando che la prima crea ricchezza, la seconda origina utilità. Proposte in questa direzione si possono leggere sul “Libro Bianco, Titano 2018”, dell’Associazione bancaria sammarinese.

L’esigenza dello sviluppo è legata all’esistenza o al potenziamento del debito pubblico, in quanto intraprendere questa strada, non solo richiede una oculata gestione da parte delle finanze, ma necessita di un costante monitoraggio della sostenibilità del debito, per l’incidenza che hanno gli interessi e le quote di ammortamento sulla spesa pubblica e quindi sul bilancio dello Stato.

La soluzione ottimale sarebbe che San Marino, come piccolo Stato, potesse usufruire di un Piano Marshall internazionale, in cui gli Stati potessero avere sovvenzioni gratuite o senza condizionalità, per realizzare il proprio rilancio economico e sociale.

All’interno di questo ragionamento, vorrei porre l’attenzione alla pubblica opinione e ai decisori, l’influenza di un fattore strutturale, che incide sulla crescita economica, ma che generalmente non è considerato, cioè l’andamento demografico.

La popolazione sammarinese e la forza lavoro (i cittadini da 14 a 64 anni) sono caratterizzati da un forte invecchiamento e nello stesso tempo la natalità è in forte decrescita. Nell’arco di 40 anni, dal 1980 al 2018 la percentuale degli anziani sul totale della popolazione è passata dal 11,17% al 20,03%. Nello stesso tempo il rapporto tra gli anziani e i giovani, cioè l’indice di vecchiaia, dal 43,68% del 1980 è salito a 142,34 nel 2018. Se poi andiamo a vedere quanto pesano gli anziani sulla popolazione attiva, cioè l’indice di dipendenza anziani, abbiamo aumenti significativi, dal 17,66% del 1980, si è arrivato al raddoppio, il 30,42% nel 2018. In contemporanea l’indice di dipendenza giovani è scesa dal 40,43% al 21,37%.  A questo aumento della longevità (la speranza di vita dalla nascita degli uomini è pari a 83,21, quella delle donne è superiore a 86,88 nel 2018), si contrappone una forte diminuzione della natalità che nell’arco di 40 è scesa dal 13,3 al 7,4.

Capisco che tutti questi numeri non agevolano la lettura, ma sono necessari per documentare la nostra realtà demografica. Informazioni interessanti derivano dalle piramidi delle età: mentre nel 1993 l’età con maggiore frequenza era nella classe 25-29 anni, nel 2018 questa classe è salita a 50-54 anni. Osservando la piramide d’età della popolazione sammarinese nel 2018 si osserva che le classi di età sottostanti, quelli riferiti alla forza lavoro, hanno una numerosità inferiore. Questo calo è un problema, perché influisce sulla crescita economica.

Il mercato del lavoro sammarinese fronteggia questa criticità con l’immigrazione e i frontalieri. Da considerare, secondo le indicazioni del nostro ufficio di statistica, che abbiamo un’immigrazione un po’ attempata, l’età media è superiore ai 40 anni, mentre le qualifiche dirigenziali e tecno-professionali nel settore privato sono prevalentemente ricoperti dai frontalieri (secondo la ricerca Ires), perché i residenti hanno privilegiato le occupazioni nella pubblica amministrazione, nel settore bancario-finanziario e nel commercio.

L’orientamento professionale dei nostri giovani dovrebbe essere più mirato verso le qualificazioni tecno-professionali dei nuovi mestieri e nello stesso tempo sarebbero necessarie politiche di attenzione verso i giovani, dirette al superamento della precarietà del lavoro, all’entità delle retribuzioni, agli aiuti alle giovani famiglie e alle donne, affinché la natalità diventi un obiettivo strategico, come lo è in Francia e in Svezia, che in un prossimo futuro saranno nazioni giovani, a differenza dell’Italia, che senza una politica per i giovani, si manterrà “Paese di anziani”.

Il progetto di sviluppo richiede la focalizzazione su idee e progetti di business, su infrastrutture pubbliche, investimenti, qualificazione della forza lavoro. Porre l’attenzione alla demografia significa incidere su un fattore produttivo strategico, cioè il lavoro.

 

Orietta Ceccoli

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