Sembra uscire piu’ compatta
l’opposizione dalla conferenza programmatica che rinnova le
cariche dei Democratici di centro, aprendo la seconda fase del
partito, a tre anni dalla sua nascita. Quella del consolidamento.
Anche se rimangono intatte le preoccupazioni per la situazione e
il futuro che attende il Titano, che ha poco tempo per farsi
togliere dalla black list italiana.
Tra i partiti di minoranza e’ il segretario del Partito dei
socialisti e dei democratici, Gerardo Giovagnoli, il primo a
salire sul palco e a sottolineare il “fallimento dell’attuale
governo. Siamo di fronte a un momento di scelte epocali dato che
abbiamo ceduto su tutti i pilastri della nostra economia per
l’atto unilaterale di un altro governo”. San Marino avrebbe
dovuto trattare, invece “ora siamo solo nelle condizioni di dire
si’ e sullo scambio automatico di informazioni facciamo da
cavia”. L’imperativo, aggiunge, e’ comprendere la gravita’ del
momento e “recuperare credibilita’ e reputazione, tramutando
cosi’ l’abisso in una sfida”.
Preoccupato anche il coordinatore di
Sinistra unita Alessando Rossi: “Ci aspetta una settimana
cruciale per la nostra economia, ma lo scambio automatico di
informazioni non e’ una novita’, risale a 5-6 anni fa. Non e’
nemmeno una castrazione, bensi’ offre la possibilita’ di
eliminare i fenomeni malavitosi. E potrebbe dunque essere un
motivo di vanto nel futuro”.
Chi invece apre all’alleanza con i Ddc e’ il Partito
socialista riformista sammarinese. “Con loro abbiamo sempre
intrattenuto ottime relazioni politiche”, spiega il segretario
Simone Celli prima di concentrarsi sull’attualita’. “Di fronte
alla crisi il governo e’ stato superficiale- attacca- aggravando
i problemi con una politica economica insensata che ha vanificato
il lavoro della segreteria degli Esteri”. Ma e’ tutta “la vecchia
politica che ha fallito” e ora occorre “voltare pagina e
consolidare la collaborazione tra le nostre due forze politiche
per modernizzare il Paese”.
libertas
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