Partito Socialista Riformista Sammarinese

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San Marino, 22 set.- Una maggioranza tenuta all’oscuro
sugli accordi con l’Italia e in forte imbarazzo. I
Socialriformisti mettono zizzania nelle forze del Patto, alla
vigilia del Consiglio grande e generale di domani e a pochi
giorni dalla chiusura della sessione parlamentare in cui era
atteso un riferimento sui testi degli accordi, poi sfumato. In un
incontro con la stampa i rappresentanti del Psrs mettono sul
tavolo le loro preoccupazioni sulla conduzione delle trattative
con l’Italia. “I partiti del Patto per San Marino- accusa il
consigliere Simone Celli- hanno concesso una delega in bianco ai
due segretari di Stato, Gabriele Gatti e Antonella Mularoni”. Il
consigliere prosegue mettendo in dubbio la compattezza della
coalizione: “Vediamo una maggioranza che in larga parte non e’
informata sulle trattative e oggi c’e’ grande imbarazzo di fronte
alle difficolta’”. Celli insiste definendo la situazione un
“boomerang” perche’ “il Patto sta constatando l’inconsistenza
delle iniziative dei due ministri”.
I consiglieri Socialriformisti confermano ad ogni modo di
“essere per la firma” con i vicini di casa, a patto di non
rinunciare agli “elementi irrinunciabili” del sistema economico
sammarinese. “Non chiediamo la luna- chiarisce Silvia Cecchetti-
quello che proponiamo non e’ niente di straordinario rispetto al
contesto internazionale”. Per il consigliere Psrs e’ possibile
infatti negoziare “entro le maglie previste dall’Ocse” condizioni
che anche altri piccoli Stati sono riusciti ad ottenere.

Tra questi punti c’e’ l’inserimento
della retroattivita’ nello scambio di informazioni sui redditi,
“gia’ ottenuto da altri Paesi come Malta, Cipro, Andorra,-
sostiene Cecchetti- e anche la Svizzera ci sta riuscendo”. E
ancora, sul nodo esterovestizione: “I corollari Ocse non
ritengono il concetto di vendita prevalente un criterio di
definizione sulla residenza effettiva”. I Socialriformisti
insistono: lo spazio di manovra per ottenere qualche
contropartita per San Marino c’e’, “malgrado non vediamo di cio’
nulla nelle schede riassuntive degli accordi”.
Delusione infine, per non aver affrontato in Consiglio il
dibattito sugli accordi e’ espressa da Paolo Crescentini,
capogruppo. “Ancora una volta la maggioranza ha fatto il
possibile per non arrivare al comma sulla politica estera, non
inserito nemmeno nell’ordine del giorno della seduta che si apre
domani”. Assenza giustificata, per via degli impegni all’Onu del
segretario Mularoni: “Ma poteva essere invertito l’ordine dei
commi e anticipato il suo riferimento rispetto quello del sistema
finanziario”. Oppure, “Si poteva fare un unico dibattito,-
prosegue il consigliere Paride Andreoli- ma qualcuno ha preferito
lo scorporo dei temi”. Percio’, conclude: “Oggi ci chiediamo,
dopo una seduta consiliare di quattro giorni, se non si e’
parlato di accordi con l’Italia per mancanza di volonta’ o per
disorganizzazione dell’esecutivo”.

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