Pasquale Valentini sulla proposta di governo nazionale

Pasquale Valentini sulla proposta di governo nazionale

I toni e i contenuti del dibattito politico di questi giorni mi inducono a dare voce con forza a quanto, in più occasioni, ho già espresso come gesto di responsabilità dovuto, in particolare verso chi vorrebbe dalla politica uno sforzo più deciso per far uscire il Paese dalle difficoltà in cui si trova, in un momento in cui, come non mai, è in gioco l’identità del Paese stesso, la sua ragion d’essere, la sua capacità di governarsi e di collocarsi con dignità nel quadro degli Stati moderni e democratici.
Tutti – partiti, organizzazioni economiche e sociali, semplici cittadini – hanno riconosciuto fino a qualche mese fa i gravi danni che dieci anni e più di instabilità politica hanno provocato al nostro Paese, i ritardi accumulati in tutti i settori e, soprattutto, la conseguente perdita di credibilità di tutto il sistema.
Tutti, pur con diverse sfumature, hanno sostenuto la necessità di una riforma elettorale che favorisse l’affermarsi di una logica dell’alternanza democratica, nella quale, in una dialettica costruttiva fra maggioranza e opposizione, la politica potesse ritrovare la capacità e la forza di servire il bene comune, ponendo al centro della sua azione l’affronto dei problemi reali.
Ora, proprio nel momento in cui la riforma elettorale è stata applicata e il nuovo sistema sta cominciando a fare i primi passi, il buon senso imporrebbe che tutti lavorassero affinché il quadro democratico e istituzionale che i cittadini hanno voluto rispondesse con efficacia alla gravità delle esigenze presenti. Invece, proprio le difficoltà presenti, eredità delle passate gestioni, sono prese a pretesto da coloro che avevano sostenuto con grande enfasi la riforma elettorale e diventano lo spunto per ipotizzare nuovi scenari che fanno riaffiorare nostalgie “perverse” di instabilità politica, con proposte di “governoni” che non fanno altro che far crescere la sfiducia dei cittadini nella capacità della politica di riformar se stessa.
Emerge chiaro adesso quello che dicevamo quando sostenevamo che la riforma elettorale, per sprigionare tutta la sua efficacia, avrebbe avuto bisogno di un cambiamento di mentalità. E’ ancor più evidente infatti, affinché una logica dell’alternanza possa affermarsi, quanto sia necessario far crescere una nuova cultura politica, non più basata sulla delegittimazione e sull’annientamento dell’avversario, ma sul riconoscimento e sulla legittimazione reciproca, consentendo in tal modo alla maggioranza di governare in un rapporto dialettico e costruttivo con la minoranza, sul terreno comune delle cose da fare.
Senza alcuna pretesa di indicare all’opposizione come deve comportarsi, credo sia poco sincera e ancor meno credibile una proposta di collaborazione che non parta dal riconoscimento che c’è un governo che sta operando e che senza il lavoro messo in atto non sarebbe stato possibile creare le condizioni per un affronto della difficile situazione attuale in un clima che facesse dire al Ministro Frattini che il Governo italiano ha riscontrato una forte e decisa volontà politica dell’esecutivo sammarinese di percorrere la strada della trasparenza e che il problema in passato era la non irreversibilità di tale volontà.
La richiesta di un “passo indietro” che oggi viene avanzata, in modo assolutamente ingiustificato e strumentale, è la dimostrazione di come sia difficile abbandonare la logica del “tanto peggio, tanto meglio” e non si voglia accettare che il vero “passo indietro” da fare è proprio quello di riconoscere il sistema e le regole che ci siamo dati nell’interesse di tutti.
E’ il primo modo che abbiamo per dimostrare anche fuori dai nostri confini che a San Marino c’è una classe politica in grado di farsi carico delle scelte che oggi sono necessarie e soprattutto è in grado di operare in conformità con gli impegni presi.
Che si affermi questa cultura è la prima responsabilità che abbiamo se desideriamo veramente dare un contributo significativo a tutti coloro che vogliono far uscire il nostro Paese dalla zona d’ombra in cui è piombato.
Pasquale Valentini
Segretario Politico del PDCS

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy