Pedini Amati dopo l’interpellanza Interpol: vogliono screditarmi Jeffrey Zani, La Tribuna Sammarinese

Pedini Amati dopo l’interpellanza Interpol: vogliono screditarmi Jeffrey Zani, La Tribuna Sammarinese

Il socialriformista difende Lannutti (Idv) dopo l’interpellanza sull’Interpol: lui manovrato? E’ un pensiero poco intelligente / Pedini Amati: chi mi attacca scredita la politica della trasparenza

Alleanza popolare e Federico
Pedini Amati
gettano nuova legna nel
fuoco del dibattito innescato
dall’interpellanza
del socialriformista. Che,
chiedendo lumi sul ruolo
e il compenso del comandante
Interpol del Titano,
Maurizio Faraone, avrebbe
fatto calare dei dubbi
sull’operato delle forze
dell’ordine, fatti addensare
poco più tardi dall’interpellanza
romana del
senatore Elio Lannutti.

E’ proprio la mossa
dell’esponente dell’Italia
dei valori a far fumare le
orecchie ad Ap, che punta
il dito contro le «interpellanze
pilotate» in grado
di «disonorare» il Titano.
E insinua: dietro a Pedini
Amati c’è un burattinaio.
Il diretto interessato,
però, nega: «Non sono
un burattino, svolgo la
mia attività con l’obiettivo
di sostenere il Paese».
E’ questa, secondo Pedini
Amati, la benzina che
lo ha spinto a presentare
l’interpellanza: «Era soltanto
la richiesta di un
chiarimento su notizie
già apparse sulla stampa
– dice – non capisco perché
si debba innescare questa
polemica». «Qualcuno
forse ha difficoltà a rispondere
alle mie domande
oppure pensa che dietro
ci sia chissà che cosa.
Ma – chiede – cosa ci dovrebbe
essere? Ap parla
di vendette personali, ma
quali sarebbero, e soprattutto,
perché ne parla?
Hanno fatto cose del genere
loro? E poi quale potrebbe
mai essere la motivazione
che spinge a pilotare
le interpellanze di un
senatore italiano e di un
consigliere sammarinese?
Mettere in dubbio il fatto
che un senatore di tale
prestigio e rispetto politico
possa essere manovrato
dal sottoscritto – prosegue
Pedini Amati – è assolutamente
un pensiero
poco intelligente. Chi afferma
cose di questo tipo
– affonda l’esponente di
opposizione – vuole cercare
di screditare una politica
trasparente che chiede
risposte. Se queste risposte
non vogliono essere
date, non si sa per quali
motivi, bisogna assumersi
le proprie responsabilità
e fare autocritica».

L’incontro con Lannutti
– C’è poi il «gioco sporco
» tirato in ballo dal partito
rappresentato al governo
da Antonella Mularoni
e Valeria Ciavatta.
Rispetto al quale Pedini
Amati replica: «Nessuno
gioca sporco. La dimostrazione,
per quanto
mi riguarda, è nel mettere
in evidenza il mio incontro
con Lannutti a Roma,
in maniera assolutamente
trasparente e leale». Il
parlamentare, prosegue,
«ha sollevato preoccupazioni
di cui io non mi sono
occupato, su situazioni
delle quale probabilmente
è informato in qualità
di presidente della Adusbef
(Associazione difesa
utenti dei servizi bancari
e finanziari, ndr)». Se le
interpellanze sono state
presentate sia a Roma che
sulla Rupe, analizza Pedini
Amati, è perché «le problematiche
che potrebbero
potenzialmente emergere
interesserebbero sia
l’Italia che San Marino».

Difendeteli pure – Il socialriformista boccia
quindi l’idea di un governo
di unità nazionale (recentemente
appoggiata
invece dal compagno di
partito Germano De Biagi)
perché «servirebbe solo
ad azzerare tutto e organizzarsi
fra i soliti noti
», e torna a occuparsi degli
autori degli attacchi
delle ultime settimane:
«Continuate pure a difendere
Banca centrale e Fiorenzo
Stolfi. Io – dice – difendo
il mio Paese e il suo
popolo sovrano, per fortuna
con l’aiuto anche di
molti amici dentro e fuori
la Repubblica».

Mancano le inchieste –
In chiusura il socialriformista
guarda al tribunale:
«Perché a San Marino
ancora non si sente parlare
dell’apertura di inchieste
come Staffa, Varano,
Vulcano, Decollo Money
e quant’altro? Attendo fiducioso
il corso della giustizia,
della legalità e della
trasparenza. Dopodiché,
se nessuno farà la sua parte,
annuncio fin da subito
atti forti in qualità di
consigliere. Non contro –
ribadisce Pedini Amati –
ma a difesa del mio Paese
e soprattutto di tutti coloro
che da sempre hanno
operato nel rispetto
delle regole. Chi mi contesta
alludendo che ci
siano secondi fini o che
si voglia andare contro
qualcuno in particolare
– afferma Pedini Amati –
mente sapendo di mentire.
Chi dice questo, forse,
è sempre stato abituato
a fare politica in questa
maniera. Quando non si
sa cosa rispondere, molte
volte, l’unica arma rimasta
è quella di cercare
continuamente di screditare
le persone».

Jeffrey Zani, La Tribuna Sammarinese

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