PERSEVERARE È DIABOLICO!

PERSEVERARE È DIABOLICO!

Nonostante l’esposto penale presentato contro alcuni dati divulgati dal sindacato, sul quale non potrà che essere la magistratura ad esprimersi, il sindacato continua a sostenere che l’inflazione media per l’anno 2007 si attesta al 2,48%.

Ci rammarica che il sindacato voglia continuare a giocare su questi termini, e respingiamo le accuse, che si commentano da sé, secondo cui avremmo sbagliato a scrivere il nostro quesito: semmai sono altri ad avere problemi di interpretazione e lettura.
Il nostro quesito non parla di media annua, ma di “inflazione rilevata nell’anno precedente”.

Per semplificare il computo, e rendere facilmente comprensibile a tutti il motivo del contendere, faccio questo esempio.

L’inflazione annua equivale all’aumento dei prezzi al consumo registrati in un anno. Se il primo di gennaio pago un oggetto 100 euro, e al 31 dicembre lo pago 112 euro, in un anno l’inflazione è stata del 12%. È questo il dato che rileva l’ufficio dati e statistica di San Marino, ed è questo che indica chiaramente il nostro quesito, confermato dal collegio dei garanti.

L’inflazione “MEDIA” annua, cioè il dato che continua a divulgare il sindacato, non è altro che un’operazione matematica che nulla ha a che vedere con il nostro quesito, e che consiste nel calcolare mese per mese, in rapporto allo stesso mese dell’anno precedente, le variazioni inflative, per poi sommarle e dividerle per dodici.

Questa operazione matematica, che ripetiamo non ha niente a che vedere con i nostri referendum (che non a caso parlano di inflazione annua, e non di media annua), contribuisce ad abbassare i dati inflativi.

Secondo l’ufficio dati e statistica di San Marino, l’inflazione nel 2007 è stata del 4,02%.

In pratica, un prodotto che al 1 gennaio 2007 si pagava 100 euro, al 31 dicembre 2007 si pagava 104,02. Il sindacato, con i suoi calcoli, dice che invece l’inflazione media è del 2,48%.

In ogni caso quel prodotto lo si paga comunque 104,02 euro, quindi grazie ai calcoli del sindacato (che ripetiamo per l’ennesima volta, non sono i nostri) il lavoratore vedrebbe diminuire il suo potere d’acquisto, mentre con i nostri quesiti vedrebbe garantito il mantenimento del potere d’acquisto.

Ci chiediamo (e abbiamo chiesto alla magistratura) a che pro il sindacato divulga dati che esulano dal nostro quesito, e che penalizzano i lavoratori.

Ci chiediamo anche con che forza alla scadenza dei prossimi contratti, dopo aver insistito che l’inflazione media – e penalizzante – debba essere il parametro (e non quella annua come da noi individuata), potrà chiedere alle sue controparti una tutela dall’erosione del potere d’acquisto.

Speriamo che si tratti solo di un errore di calcolo, e non di una precisa volontà di abbassare i dati inflativi annui pur di sostenere che gli aumenti retributivi ottenuti col rinnovo contrattuale del 2005 sono stati più alti dell’inflazione.

Non è così, l’inflazione è stata più alta, e non di poco, e gli stipendi dei lavoratori sono stati erosi, mentre con il nostro referendum avrebbero mantenuto il loro potere d’acquisto.

Roberto Ciavatta

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