Pietro Caruso, Fantini svela le ragioni del ‘Progetto Italia”, Corriere Romagna – San Marino

Pietro Caruso, Fantini svela le ragioni del ‘Progetto Italia”, Corriere Romagna – San Marino

Corriere Romagna – San Marino
Fantini svela le ragioni del “Progetto Italia

Pietro Caruso

L’interrogatorio alla procura di Forlì di Mario Fantini, ex-amministratore delegato, per lungo tempo, della Cassa di Risparmio della Repubblica di San Marino, l’altro giorno, nella stanza del Sostituto procuratore Fabio Di Vizio, accompagnato dall’avvocato Massimiliano Annetta, è servito per centrare meglio il ruolo che, forse il più importante banchiere del secondo dopoguerra a San Marino, ha svolto. Tutte quelle ore non sono state un interrogatorio di tipo tradizionale, ma la presentazione di una ricostruzione, anche storica, del credito in generale e in particolare del ruolo della Cassa di Risparmio sammarinese alla luce di quello che è stato il tentativo più ambizioso, e rischioso, vale a dire la strategia di investimento del Gruppo Delta nel cosiddetto “Progetto Italia”. In soldoni cosa ha fatto capire Fantini? Innanzitutto che era doveroso per il più grande istituto di credito sammarinese, alla metà del primo decennio del ventunesimo secolo, utilizzare la raccolta bancaria diversificando non solo nella tradizionale funzione di custodia, ma soprattutto per produrre una crescita delle attività di “business”, puntando decisamente ad un ridimensionamento degli investimenti interbancari a bassa redditività e in titoli (che infatti nel mondo del credito internazionale sono impattati nella devastante crisi del 2007) e la decisa apertura del credito al consumo che la piccola piazza sammarinese non poteva garantire numericamente rispetto all’ampio bacino romagnolo e pesarese favorito dalla velocità dei capitali turistici estivi generati nei movimenti degli istituti di credito soprattutto locali.

Fantini rispetto alle autorità politiche sammarinesi ha rivolto critiche, ma portando nuove documentazioni. Su cosa verte il punto di contrasto, finito nelle aule di giustizia a Forlì e domani (il 15 settembre) a San Marino? Le attività svolte dal Gruppo Delta erano note alla politica che conta a San Marino. Nel 2008, tra l‘altro, il capitale di rischio rispetto agli investimenti effettuati nel gruppo Delta, pari a 115 milioni di euro rapportabili a finanziamenti fino a 1 miliardo di euro erano stati documentati da Fantini anche ai segretari di Stato di allora Fiorenzo Stolfi agli Esteri e Stefano Macina alle Finanze e Bilancio. Fantini, come sostiene con Gatti e Mularoni oggi e ieri con le precedenti autorità governative, può avere compiuto errori od omissioni, persino sottovalutazione di rischi, ma in un quadro nel quale anche la politica di governo sammarinese non si è resa conto del pericolo, ma soprattutto dei limiti che i regolamenti applicativi della Lisf (la legge sammarinese sulle regole del credito) del 2005 avevano nel rapido mutare dello scenario finanziario sul piano europeo e su quello internazionale.

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