Pirmo dibattito politico in Consiglio dopo le elezioni.

Pirmo dibattito politico in Consiglio dopo le elezioni.

La seduta odierna del Consiglio Grande e Generale si è aperta con il giuramento dei 60 nuovi consiglieri eletti. Secondo atto, la nomina dell’Ufficio di Segreteria del Consiglio Grande e Generale. Sono i primi tre partiti a proporre i nomi. Il Partito democratico cristiano sammarinese, per voce del segretario Pasquale Valentini e in accordo con Alleanza Popolare, ha proposto Edda Ceccoli e Filippo Tamagnini; il Partito dei socialisti e democratici con Paride Andreoli ha invece suggerito Simone Celli, solo per questa seduta. L’assise ha votato favorevolmente all’unanimità.

È stato il segretario del Pdcs Pasquale Valentini ad aprire il dibattito sul risultato della tornata elettorale dello scorso 9 novembre, su cui si è concentrata la seduta mattutina del Consiglio Grande e Generale. Dopo di lui, prima della pausa di mezzogiorno, hanno preso parola Romeo Morri per l’Unione dei Moderati, Paride Andreoli per il Partito dei socialisti e dei democratici, Ivan Foschi per Sinistra Unita, Giovanni Lonfernini per i Democratici di centro, Marco Arzilli per la Lista della Libertà, Mario Lazzaro Venturini per Alleanza Popolare, Claudio Felici per il Psd e Alessandro Rossi per Su.
Prima del dibattito, gli Eccellentissimi Capitani Reggenti hanno rivolto un saluto ai consiglieri neo eletti e commemorato due rappresentanti del mondo politico sammarinese recentemente scomparsi, Ferruccio Piva e Pier Marino Mularoni. Sono seguiti il riferimento del Segretario di Stato uscente per l’Industria, Tito Masi sul bilancio della Camera di Commercio, e l’intervento del Segretario di Stato uscente per gli Affari Esteri, Fiorenzo Stolfi, in occasione della celebrazione della giornata mondiale per l’eliminazione della violenza contro le donne.


Questi i riassunti degli interventi dei consiglieri durante il dibattito sul risultato delle elezioni:


Pasquale Valentini (segretario Pdcs): “Il primo dato di cui dobbiamo essere soddisfatti è quello della risposta dei cittadini. La partecipazione e l’affluenza sono rimaste pressoché costanti, salvo la flessione del voto estero. La disaffezione che in tanti, in questi anni, hanno rilevato dei cittadini nei confronti della politica non ha avuto il sopravvento. E’ prevalso alla fine il sentimento di coscienza civile che è caratteristica del nostro popolo. Dobbiamo esserne orgogliosi: è un patrimonio che dovremo conservare gelosamente. Un Paese che sente forte la responsabilità della conduzione politica del Paese stesso, è un antidoto importante alle derive che la democrazia, data sempre per scontata, potrebbe seguire.
L’esito del voto ha premiato in modo soddisfacente e inaspettato la coalizione Patto per San Marino: il 54,22% contro il 45,78% rappresenta una distanza significativa di 10 punti che non lascia dubbi sulla volontà dei cittadini. In campagna elettorale si è cercato di banalizzare i dati dei sondaggi: chi ha voluto allora ridicolizzare questi dati deve prendere atto che non erano così lontani dalla realtà. Il risultato di lista è stato molto soddisfacente. Se guardiamo al voto interno abbiano ottenuto lo stesso dato del 2006. Quello che balza all’occhio analizzando l’esito del voto è la differenza tra quello interno e i seggi esteri: il voto estero è diminuito in termini quantitativi e ha dimostrato di avere un’incidenza molto rilevante sul dato finale. Dunque diritto di voto dei nostri cittadini all’estero va confortato da altri interventi che possano far sì che certi fenomeni distorsivi non abbiano più a verificarsi. Non a caso nella nostra campagna elettorale abbiamo più volte indicato la necessità di tornare sul tema della legge elettorale e in particolare, sulla regolamentazione del voto estero perché crediamo che il percorso non sia stato completato e restano elementi che non ci fanno guardare con soddisfazione all’esito pervenuto. E’ evidente che un voto estero non adeguatamente regolamentato può risultare un elemento di distorsione. Possiamo però dire, come lista, che con questo risultato i cittadini hanno manifestato una volontà precisa di dare fiducia al Patto per San Marino e a una politica che torna a essere al servizio del Paese. Torna a dare le risposte che il Paese non ha avuto riguardo alle urgenze che ogni giorno vanno crescendo. Ora le forze politiche dimostrino la capacità di aggregazione chiesta dai cittadini.

Non dobbiamo perdere di vista un Paese che sta vivendo un momento di difficoltà in tutti i settori. I cittadini ci stanno guardando con estrema attenzione ed interesse. Dalle decisioni che prenderemo qui dentro dipendono le soluzioni ai problemi della gente. Altrimenti torniamo alla logica di lontananza della politica dalla realtà. E’ fuori luogo, come accaduto in campagna elettorale, continuare a fare credere che non ci sono problemi e che tutto è a posto. Si continua a dire che saremmo stati in grado di firmare l’Accordo con l’Italia. Sappiamo che così non è. Che le banche sammarinesi da dicembre si vedranno limitate nella loro operatività. Che la White List non ci sarà regalata da nessuno, se non interverremo. Questo è lo scenario che dobbiamo tenere presente nell’azione politica. Il governo che nascerà dovrà dare prima di tutto certezza di governabilità, cercando anche il coinvolgimento dell’opposizione: Un passo fondamentale per dare segno di maturità. L’augurio che faccio ai consiglieri è di aiutarsi e di essere stimolo reciproco. La legislatura che si apre non è come tutte le altre. La legge elettorale ci ha obbligato ad una svolta. E la svolta sarà reale se tutti i consiglieri presenti saranno consapevoli del cambiamento”.


Romeo Morri (UdM): “Le elezioni sono state la conclusione di un lungo periodo di instabilità politica, con 10 governi in 7 anni. Nell’ultimo periodo c’è stato il fallimento del Governo di sinistra a guida del Psd, che ha portato ai minimi storici l’immagine della Repubblica, facendo emergere una gestione superficiale del settore bancario e finanziario e il degrado dei rapporti con l’Italia. È stata una maggioranza litigiosa, sempre alla ricerca di voti in altri gruppi. Ma, nonostante i soccorsi, è entrata in crisi più volte finché Ap ha deciso di staccarle la spina, dimostrando serietà e coraggio. Intanto, con la nascita dell’Unione dei Moderati, ha cominciato a realizzarsi il progetto politico per una maggioranza di centro. Un lavoro non facile ma che ha dato il terreno di coltura per il Patto per San Marino. Dal 5 agosto al 29 settembre è stato fatto un lavoro importante, con 8 partiti che hanno trovato le ragioni per creare 4 liste e un programma di Governo ex novo, seguendo la strada della mediazione e dell’approfondimento. Da tutti è arrivato un contributo di proposte, idee e disponibilità: un modo nuovo di fare politica. Infatti i tempi sono cambiati e ora serve una maggioranza stabile per rimettere in piedi il sistema e recuperare stabilità. I dati delle elezioni sono chiari: nonostante la riduzione del voto estero, il voto interno ha confermato il suo radicamento alle convenzioni di sempre. È difficile promuovere un voto d’opinione e rinnovare il sistema: San Marino non è l’America, anche se qualcuno ha provato a spacciarsi per il neo presidente eletto negli Usa. Tra le due coalizioni c’è poca differenza ed è stato determinante il premio di stabilità previsto dalla nuova legge elettorale. Il Patto ha vinto e governerà il Paese e al suo interno ci sono i moderati che saranno le sentinelle del buon governo”.


Paride Andreoli (segretario PSD): “Le urne per la prima volta nella storia hanno decretato il Partito dei Socialisti e Democratici quale forza di maggioranza relativa. Un traguardo importante, non solo fonte di vanto, ma anche di una responsabilità data dal corpo elettorale. Il risultato è arrivato, malgrado il Psd sia stato al centro degli attacchi del Patto per San Marino che ha voluto fortemente penalizzarlo. Al contrario, il Psd, pari al 31,6% del consenso, ha rafforzato il suo risultato. I cittadini hanno compreso la validità della proposta politica e dell’azione di governo perseguita dal Psd. Certo, è innegabile l’amarezza per la sconfitta della coalizione Riforme e Libertà, del suo piano globale di sviluppo. Il suo risultato è comunque giudicato positivo e così quello del consenso degli alleati. Ma guardiamo all’altra coalizione: la Dc e Ap, nonostante la coalizione abbia vinto, non hanno certamente raggiunto risultati eccellenti e brillanti. Ap non ha ottenuto il risultato atteso, né il rinnovamento tanto auspicato. Il primo compromesso si è già consumato alla vigilia di partenza del nuovo governo. A quanti dovremmo assistere in futuro? In questi giorni, ci sono stati numerosi incontri della nuova maggioranza, si è molto discusso sulla spartizione delle poltrone, nulla sul programma e sull’azione di governo .

Otto partiti alla partenza e otto partiti presenti oggi in Consiglio, tra cui piccole forze con un buon risultato elettorale. Dieci Segretari di Stato, di cui sette di diverse forze politiche: numeri che la dicono lunga sul proseguo del discorso politico.
Il Psd sarà la musa ispiratrice dell’opposizione. Abbiamo una grande responsabilità alla quale come singoli consiglieri e partiti non intendiamo sottrarci. Nostro dovere è improntare la nostra azione per garantire continuità al cammino riformista.

In questi giorni avanza un forte senso di preoccupazione per lo sviluppo del Paese. Oggi registriamo una formazione di Governo che, non solo non rispetta la posizione di rinnovamento sostanziale della politica, nonostante le dichiarazioni di battaglia contro i dinosauri, ma sembra che nella sua leadership ci sia un’araba fenice resuscitata dalla ceneri. Leadership che come nei film horror sembra tornare. Questa preoccupazione, unita alla litigiosità della nuova maggioranza, diventa angoscia. Già in campagna elettorale il Patto ha dimostrato la sua litigiosità, mostrando che la colazione é unita solo per necessità e opportunità numerica. Oggi, con il ritorno del vecchio alimentato dal tradimento di Ap. Sarà il tempo a darci ragione. La Dc ha sacrificato a tre le sue poltrone: sacrificio che ha generato al suo interno fortissime tensioni.

Al di là dei calcoli di bottega, la speranza è che il Paese non si fermi. Ma i tanti partiti della nuova maggioranza potranno farlo con la preziosa eredità che gli lascia il governo uscente. Con orgoglio ricordo che alla nuova maggioranza consegniamo qualificanti risultati, dal risanamento del bilancio pubblico alla legge del giusto processo; dallo sviluppo delle relazioni internazionali fino all’inserimento di San Marino nell’elenco del patrimonio Unesco. Il nuovo ruolo del Psd sarà ispirato a un confronto serio. Il suo contributo non verrà a mancare per la riforma delle residenze, per nuove politiche di sostegno, per provvedimenti mirati ad ammodernare il sistema produttivo, per il sostengo fiscale alle famiglie. Se la maggioranza intenderà dare continuità al percorso riformista, potrà contare sul Partito dei socialisti e democratici”.


Ivan Foschi (Sinistra unita): “Con il risultato elettorale è cambiato poco o niente: non ci sono state variazioni di rilievo per i partiti. Il dato che emerge è invece l’affezione dei sammarinesi per le urne che si conferma e l’apprezzamento per la nuova legge elettorale, che non ha creato problemi. Sinistra Unita ha ottenuto un risultato positivo, confermando al suo interno le componenti di Rifondazione comunista e zona franca, nonostante venissimo da un’esperienza di Governo che si è conclusa anticipatamente, la campagna di bugie messa in atto dal Patto per San Marino e la posizione contraria di alcuni giornali. Dunque avere bissato il risultato del 2006 è più che soddisfacente. Certo, ci aspettavamo di più, l’obiettivo era crescere, ma siamo stati deficitari nel comunicare i risultati raggiunti in soli due anni di Governo. Comunque la Dc è in crisi: su 20 consiglieri effettivi ne ha solo 16 e le Segreterie sono tre: un risultato in negativo senza precedenti per l’ex partitone, ora cartello elettorale. Ap si è salvata da un tonfo grazie al ritorno di Antonella Mularoni e, assieme ad Arengo e Libertà ed Europopolari, sarà determinante, generando così ancora più ambiguità e instabilità: non è infatti chiaro se Ap voglia governare e riformare o spaccare gli altri partiti per ottenere più potere. Delusione anche per il Nuovo partito socialista, salvato dal premio di maggioranza, a causa della sua collocazione anomala; bene invece i Noi sammarinesi mentre i Moderati sono al palo. I dati insomma testimoniano la catalizzazione dei consensi sulla lista della Dc, che porterà a una nuova legislatura di transizione. Il Patto ha vinto ma non trionfato, le lobby faranno sentire le loro voci e presto le contraddizioni emergeranno”.


Giovanni Lonfernini (Ddc): “Il Consiglio Grande e Generale, se vuole essere veramente l’anima della democrazia, deve vedere garantiti i diritti dell’opposizione e non deve essere il luogo dove solo la maggioranza ha ragione. Inoltre non vedremo, malgrado la nuova legge elettorale, sparire una duplice e grave malattia di cui il Paese soffre ancora, ovvero la costante demonizzazione dell’avversario e l’esasperata frammentazione politica, manifestata in queste settimane. Delle quattro liste della maggioranza, ciascuna ha fatto emergere la propria volontà di spartizione delle poltrone, in linea con il vecchio teatrino della politica. Ci troviamo con una maggioranza parlamentare messa insieme solo dopo l’individuazione di un nemico specifico. La sua struttura politica non porta a scelte coraggiose e difficili e non riuscirà a compiere decisioni nell’ottica dei proclami fatti in campagna elettorale. Siamo contenti di vedere che ci sia una squadra di Governo: nonostante la lodevolissima lotta contro i “jurassik park”, prevale l’illogica spartizione e la visibilità. C’è chi ha lottato in queste settimane a fissare le bandierine e chi ha limitato i danni. Non è stata secondaria la battaglia sul Territorio: attorno a quella Segreteria di Stato si giocheranno equilibri e giochi di potere che neanche i gendarmi della nuova coalizione di Governo riusciranno ad arginare. Il Patto ha rallentato la sua marcia trionfale e si apre una nuova legislatura: il Patto per San Marino ha i numeri in Consiglio ma penso non bastino. Conta anche la forza politica. I Ddc faranno un’opposizione coordinata con Psd e Su: attraverso l’azione comune sfideremo la nuova maggioranza sul tema delle politiche sociali, grande assente nel programma del Patto. Dopo il tentativo di annientamento fatto nei nostri confronti, oggi siamo una forza legittimata. Malgrado anni di caccia e livore personale, abbiamo raccolto un patrimonio da valorizzare. I Ddc non sono spariti dopo il voto, ci sono, e oggi forse danno più fastidio di prima”.

Marco Arzilli (Lista della Libertà): “Oggi è un giorno importante per la Repubblica. Parlo a nome di due grandi progetti politici: Patto per San Marino e Lista della Libertà, due soggetti che hanno tenuto un comportamento lineare e serio e gli elettori ci hanno premiato. Ora parte un percorso forte e in crescita. Lista della Libertà ha dimostrato la volontà di cambiare, un percorso doveroso. I sammarinesi hanno dato mandato alla coalizione di governare. Ora dobbiamo portare avanti quello che ci hanno chiesto i cittadini. Siamo per diritti uguali per tutti e risponderemo alla nostra coscienza e alla volontà di fare il bene per il Paese. Per quanto riguarda il tema del rinnovamento, è vero che in aula ci sono ancora persone che in passato hanno detenuto diverse cariche di potere, ma il vero cambiamento sta nel metodo, in una politica del fare, al servizio del Paese. Il Governo non sarà una parte a sé stante, ma integrata e decisionista, insieme ai partiti che lo formano. Un cambiamento di metodo netto, perché non ci si può staccare dal mandato popolare. Noi come lista abbiamo ottenuto un risultato importante e formare il Governo significa impegnarsi a servire il Paese. Ap ha deciso che il cambiamento era necessario e la sua azione ha fatto in modo che iniziasse. Certo, non sarà semplice, ma non sarà un cambiamento solo di persone, bensì radicale. Nel Patto c’è un grande senso di responsabilità: ci sono molte cose da fare e l’eredità è pesante, con i rapporti con l’Italia che sono una prerogativa. Che ci sia pronto un accordo di cooperazione è una mera illusione, ma comunque occorre portare avanti un percorso: il Paese ci guarda ed è stanco di instabilità. Per questo gli eletti nel Patto sono persone serie e risponderanno alle esigenze del Paese. Per la politica sammarinese inizia un periodo nuovo”.

Mario Venturini (Ap): “Con il risultato elettorale, il quadro politico non è mutato nei voti, ma grazie al premio di stabilità la nuova maggioranza ha qualche voto in più. Riforme e Libertà sperava di vincere con i voti strappati ad Alleanza Popolare, ma una campagna basata sulle cattiverie contro di noi non ha pagato. Né ha pagato qualche sciocchezza, come le presunte continuità del pensiero di Obama. Il nostro movimento ha un elettorato solido e fedele, capace di rinnovare il suo consenso anche dopo scelte difficili. Ap ha infatti mantenuto i suoi sostenitori che non hanno tradito, malgrado l’alleanza con la Dc. Questo è un segno di fiducia nelle persone che si mantiene integra.
I candidati maggiormente votati il 9 novembre sono coloro che hanno per lungo tempo governato il Paese: sotto questo profilo il rinnovamento tanto richiesto non ha segnato il passo, per rispetto del voto espresso dai cittadini. Noi continuiamo a credere nel rinnovamento, nel ricambio della classe politica e qualche atto in questo senso lo abbiamo fatto, ma siamo i soli a porci questa questione.
Il fallimento della vecchia esperienza di Governo deve rappresentare un monito dei comportamenti dei partiti guida nei confronti degli alleati e anche sotto questo profilo ci auguriamo si apra una nuova stagione. Mi rivolgo poi al segretario del Psd: avrà avuto anche un brillante risultato, ma la sua coalizione ha perso. Ap è vittima anche oggi delle invettive di Riforme e Libertà, ormai è diventata un’ossessione per quella coalizione, ma dato che è una patologia, mi fermo qui. E’ ora di passare ai fatti”.

Claudio Felici (Psd): “Vale la pena ringraziare i sammarinesi per aver creduto nel nuovo modello elettorale che cambia le regole del gioco. Ci sono novità rilevanti, come il premio di stabilità e vedremo se sarà davvero meritato. Lo vedremo nei fatti, se chi ha avuto il mandato per governare saprà mettere in atto per risolvere problemi dei cittadini. Per quanto mi riguarda, la campagna elettorale è finita. Mi spiace per il livore che mantiene il collega Venturini. Non lo seguirò nelle sue frustrazioni, non sono ossessionato da Ap. Sono invece un alleato deluso dalle sue scelte, e sono convinto che la sua scelta non meriterà il premio di stabilità. Negli interventi dei consiglieri della coalizione che dovrà governare ho visto molti ‘specchietti retrovisori’, ma non sguardi sul futuro. Non ho ascoltato programmi. Dire “siamo i soli a credere nel rinnovamento”, ha fatto capire anche a Venturini che l’omogeneità non è proprio ancora consolidata”.

Alessandro Rossi (Sinistra unita): “Il passaggio del commento dei consiglieri al risultato delle votazioni va modificato alla luce della nuova legge elettorale, dando la possibilità a tutti di intervenire, non solo a un rappresentante per lista. Dal Patto per San Marino è necessaria un’azione di Governo efficace per rispondere alle emergenze del Paese. Noi daremo la nostra disponibilità se gli argomenti e l’atteggiamento saranno consoni. Le preferenze hanno confermato la vecchia politica e dunque si delinea un contrasto sul percorso del rinnovamento. Due fenomeni sono infatti emersi dal 9 novembre: il risultato di Arengo e Libertà ed Europopolari da una parte; l’esito delle preferenze dall’altra. Va dunque fatto un lavoro per rendere consapevoli i cittadini del voto. La priorità politica va spostata sul cambiamento. Per il futuro sul Paese ci saranno le ripercussioni della crisi internazionale, serve quindi uno sforzo per arginare il liberismo economico e trovare una nuova etica dell’economia, impostando un nuovo modello di sviluppo”.

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