Potrebbe riaprirsi la stagione dei referendum

Potrebbe riaprirsi la stagione dei referendum

Nella giornata di lunedì 3 maggio 2010 è stata approvata con 29 voti a favore e 26 contrari la legge presentata dal Segretario al Territorio Venturini che porta da 40 a 30 il numero di voti minimo per alienare il patrimonio pubblico dello Stato.
Una legge non presente nel programma elettorale di nessun partito, una legge che riporta la possibilità di vendere i terreni dello Stato nell’alveo della sola maggioranza, terreni ad uso produttivo e a servizi che potranno essere venduto da una maggioranza di 30 voti.
C’è poco da fare, la logica del Governo e di una parte del Patto per San Marino è sempre la stessa: consumare risorse pubbliche per trasformare i cittadini in clienti.
Lo testimoniano le assunzioni nella P.A., lo testimonia questa legge, lo testimoniano le pazze delibere di spesa di alcune Segreterie.
Vogliamo forse che si ripetano episodi come quelli della vendita del Palazzo dell’ex-Inail in Città? Quell’immobile fu ceduto con un solo voto di scarto e nonostante un Consigliere DC fosse stato fotografato mentre faceva il “pianista”, cioè mentre votava al posto di alcuni suoi colleghi assenti. Va inoltre ricordato come l’atto di cessione non comprendesse né il vincolo decennale per l’alienazione né il diritto di prelazione per l’Ecc.ma Camera, come invece avviene solitamente. Tant’è vero che l’assegnatario, e cioè l’ANIS, dopo avere proceduto alla vendita della pietra di San Marino ha deciso di mettere in vendita le porzioni del fabbricato non utilizzate, realizzando una bella speculazione con le risorse della collettività.
Nonostante la responsabilità espressa dalla nostra forza politica, insieme a tutte le forze dell’opposizione, sulla politica estera dove il Consiglio si è unito nella direzione di sviluppare tutte le attività al fine di evitare l’isolamento economico del Paese, la maggioranza ha voluto senza esitazione riportare il Paese indietro di cinque anni nella gestione del territorio.
Ricordiamo tutti, infatti, le battaglie portate avanti assieme ad alcune forze che oggi hanno appoggiato questo provvedimento. Nel 2001 Rifondazione Comunista, assieme al PdD, e assieme ad Alleanza Popolare ed Alleanza Nazionale aveva riproposto il progetto di legge, ideato alcuni anni prima da Augusto Casali e diventato poi legge nel 2004 allo scopo di non fare celebrare il referendum popolare, proprio per tutelare i terreni pubblici dagli appetiti della maggioranza di turno. Spiace vedere il voltafaccia di alcuni partiti che oggi da posizioni di governo rinnegano le conquiste ottenute quando erano opposizione e forse questa legge rappresenta la loro fine politica.
A tale proposito abbiamo richiesto di sospendere l’approvazione per valutare ai fini giuridici il peso di questo fatto, ma neanche questo passaggio ci è stato concesso.
Di fronte a questa miopia, a questa chiusura, a questo ritorno al passato, Sinistra Unita valuterà con attenzione la possibilità di riaprire una stagione referendaria per ripristinare la corretta direzione della storia, quella di un Paese che dopo anni di scempi aveva compreso che il suo territorio è uno dei suoi valori imprescindibili.

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