Premier? Fausta Morganti, sull’intervista al Segretario Lonfernini pubblicata sul Carlino di domenica 23 agosto

Premier? Fausta Morganti, sull’intervista al Segretario Lonfernini pubblicata sul Carlino di domenica 23 agosto

Al Direttore della pagina di Rimini –San Marino
                                      del Resto del Carlino
Gentile Direttore,
ho letto con attenzione l’intervista rilasciata al Suo giornale dal Segretario di Stato Teodoro Lonfernini, in merito a eventuali riforme dell’assetto istituzionale della Repubblica.
Ritengo che la materia non possa essere affrontata con superficialità e,  penso che, se nelle intenzioni della maggioranza attuale di Governo, c’è di mettere mano al delicatissimo incastro di poteri e funzioni che ha dato forma e ha sorretto il piccolo Stato di San Marino fino ai giorni nostri, sia indispensabile aprire un dibattito serio e molto approfondito.
Innanzi tutto sarebbe necessario che i 60 del Consiglio Grande e Generale della Repubblica fossero consapevolmente e profondamente informati del perché e delle situazioni storico-politiche che hanno portato a conservare la trama istituzionale che caratterizza da secoli la nostra particolarità e che soltanto un terreno fervido di studio, ricerca e cultura dello Stato potrà preservare nel tempo nei suoi più significativi valori.
La nostra piccola comunità, come sostengono i grandi studiosi della nostra curiosa vicenda di piccolo Stato, si fonda sulla “concordia civium”,che può aver senz’altro valenze  diverse per i diversi momenti della nostra piccola storia, ma che trova il suo alimento  nella responsabilità di ogni cittadino per le scelte, che regolano la vita di tutti.
Cittadini che delegano, ma partecipano, e per i quali la rappresentanza ha il valore straordinario del più alto monito per perseguire il bene comune.
Certamente non si può negare l’uso criminale che è stato fatto della rappresentanza, soprattutto negli ultimi anni, ma questo non può portare a ”buttare via il bambino con le acque“, è invece necessario rafforzarlo “il bambino” e farlo crescere.
Per crescere ha bisogno di spazi ampi di riflessione, che non sono più rappresentati, né favoriti dalle forze politiche, troppo e unicamente occupate a stare o ad andare al Governo, con poche idee, molti problemi di compiacersi a vicenda e con una cultura istituzionale sempre più scarsa e misera.
I recenti tentativi di modificare dall’interno della politica attiva lo stato delle cose, in settori vitali come la Pubblica Amministrazione, le incentivazioni finanziarie, il potere del Governo….ci ha restituito un Paese più autoritario, più clientelare, e con lobbies di potere economico, finanziario impenetrabili, protese a prendersi e ad occupare ogni spazio sensibile, lasciando ai cittadini i resti del  pranzo, fatto a spese di tutti.
L’”uomo solo al potere”, sarebbe davvero un flagello per San Marino e per ciò che resta della sua autonoma sopravvivenza, nel mondo globale.
“Concordia civium“ infatti non sta nell’avere un padre, il più buono possibile, che mette a posto tutto, distribuendo anche con giustizia, ma nell’accezione, perfettamente adatta a San Marino, come sostiene Garosci, di capacità di dialogo  reale con tutti i cittadini, di reciproco sostegno di esigenze al fine di una solidarietà matura ed efficace per tutti.  
Saper fare la sintesi è la cosa più difficile, ma a questo, appunto, è delegata la politica.
Essa dovrebbe ritrovare un aspetto fondante della presenza in un piccolo territorio delle associazioni politiche, che è di reggere da più fronti le comuni regole del gioco, e di saper individuare con lungimiranza i contenuti dello sviluppo e del benessere civico, non creando subordinazione, ma dignità di proposta per ognuno.
In questo contesto è  indispensabile che il Congresso di Stato, di cui non  è casuale la denominazione, e che, nella sua attuale forma, ha  circa l’età  del nostro Segretario Lonfernini, ritrovi l’unico, vero perché della sua esistenza: la collegialità. Essa si esplica nella responsabilità di non oltrepassare i limiti di un potere  delegato per riflesso di un Consiglio  (non di una maggioranza), a sua volta delegato  entro regole condivise ed è soltanto la sua predisposizione al confronto e alla discussione che rende questo organo dello Stato coerente con la secolare tradizione sammarinese, altrimenti se ne potrebbe fare a meno e non sarebbe un danno. Se mi posso permettere, a un democristiano, non posso che dire: la politica è servizio.
Certamente l’esercizio della democrazia è più faticoso della democrazia medesima, ma bisogna almeno provarci, senza andare in cerca di astrusi marchingegni, per evitare che i cittadini protestino per scelte sbagliate, e qualcuno presti loro l’orecchio.
            Ringrazio per la pubblicazione sul Suo giornale
                                                                  Fausta Morganti
San Marino 25 agosto 2015

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