Protesta contro l’aumento delle tariffe

Protesta contro l’aumento delle tariffe

In Piazza della Libertà per dire No ai nuovi aumenti delle tariffe. La CSU chiama a raccolta di rappresentati sindacali per lunedì 6 ottobre in occasione della seduta del Congresso di Stato.

“Attraverso l’Authority, – spiega il sindacato – il governo ha deciso un ulteriore aumento delle tariffe di luce e gas, la cui entità va dal 4% al 12%, evitando ogni confronto con le organizzazioni rappresentative dei cittadini”.


Per questo motivo, le confederazioni sindacali hanno invitato i rappresentanti sindacali a partecipare, Lunedì 6 ottobre 2008, a partire dalle ore 9, ad un sit-in in Piazza della Libertà, in concomitanza con la seduta del Congresso di Stato.

”Con questa manifestazione pubblica, vogliamo dire un forte No a questo nuovo indiscriminato e unilaterale rincaro tariffario, e chiedere la revoca di tale provvedimento, ribadendo la richiesta al Governo – inviata martedì scorso tramite telegramma – di un incontro urgente per affrontare la tematica. Richiesta a cui, finora, l’Esecutivo non ha ancora risposto”.

Le confederazioni sindacali ribadiscono che “gli interventi in materia tariffaria non possono essere delegati ad organismi tecnici come l’Authority, che semmai può avere compiti di controllo sui bilanci e l’attività gestionale dell’Azienda di Stato dei Servizi, ma non può avere certo l’ultima parola sul costo finale delle bollette domestiche. Per il suo forte impatto sociale, la materia tariffaria deve dunque tornare nell’alveo delle responsabilità politiche e di governo ed essere oggetto di concertazione tra Esecutivo e parti sociali”.


La Centrale Sindacale Unitaria ha inoltre più volte fatto presente che il deficit di bilancio dell’Aass “non può essere risanato dalle famiglie sammarinesi attraverso indiscriminati aumenti delle tariffe di luce-acque e gas”.

Questo perché gran parte del buco “è determinato dalle spese della mono-fase e perché resta aperto il problema dei costi delle acque reflue che, pur determinati da un gruppo di aziende industriali, continuano a pesare sull’intera collettività”.

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