Psd all’attacco del governo

Psd all’attacco del governo

Il ministro dell’Economia Giulio
Tremonti fa gli interessi di San Marino. Per questo il Partito
dei socialisti e dei democratici pensa a un’iniziativa
parlamentare affinche’ vengano accolti “i quattro punti” che
potrebbero risolvere l’impasse nel rapporto bilaterale con
l’Italia. Quattro punti che il titolare italiano delle Finanze ha
illustrato informalmente ieri alla buvette della Camera,
incontrando per caso il consigliere del Partito democratico
cristiano sammarinese, Teodoro Lonfernini, in trasferta romana
per la commissione mista. Con spettatori interessati i colleghi
Fiorenzo Stolfi del Psd, Matteo Fiorini di Alleanza popolare e
Alessandro Mancini dei Socialisti riformisti.

Le condizioni poste da Tremonti, ovvero “sistemare Banca
centrale nominando il presidente, ridurre il numero di banche e
finanziarie, eliminare le infiltrazioni della malavita
organizzata e fare le leggi che servono”, come spiega alla stampa
Stolfi, “a prima vista vanno nell’interesse di San Marino”. E
sono conosciute da tempo a maggioranza e governo. Ma finora e’
stato fatto poco o nulla, attacca Stolfi, stigmatizzando la
mancata governance del sistema finanziario e bancario. E cio’,
chiarisce, non significa immischiarsi in una trattativa privata
come fatto in occasione del colloquio a Palazzo Begni con i
vertici della Cassa di risparmio. “Sul tavolo di Tremonti-
aggiunge il collega Giuseppe Maria Morganti- ci sono dossier
pesanti che riguardano il Titano, di natura finanziaria e non
solo, preparati dall’Uif, dalla Guardia di finanza e dai servizi
segreti”. Che dicono che “non siamo fuori dalla malavita
organizzata”
E il governo che fa? Invece di
valorizzare un uomo molto stimato in Italia come il comandante
della Gendarmeria, Achille Zechini, lo mette in difficolta’
affiancandogli il coordinatore delle forze di polizia, Sabato
Riccio, ragionano al Psd. Inoltre latita sulla nomina del
presidente di Bcsm; non da’ indirizzi al sistema finanziario. Il
risultato, prosegue Morganti, e’ un deficit di bilancio che
cresce e a fine anno si scoprira’ un buco da 100 milioni di euro.
“Questa maggioranza e’ di fatto morta e occorre pensare a
qualcuno che possa governare il Paese”.

“Siamo in emergenza” concorda il capogruppo Claudio Felici:
“Quando i segretari di Stato escono dal Paese dovrebbero essere
autorevoli, ma il colloquio al Begni dimostra il contrario”. Per
questo il partito a giorni rendera’ pubbliche le registrazioni,
smentendo cosi’ definitivamente la teoria proposta in Parlamento
da Gabriele Gatti e Antonella Mularoni. E per fortuna, aggiunge
il consigliere Marino Riccardi, la commissione mista ha
confermato l’appoggio bipartisan dei parlamentari italiani alla
causa San Marino. Ma “finche’ non facciamo nulla o peggio
prendiamo in giro come per l’abolizione dell’anonimato
societario, che con il trust e’ ancora possibile”, le cose non
cambiano.

E da fare, conclude il segretario, Gerardo Giovagnoli, c’e’
molto. “Tremonti lo incontriamo solo nei suoi momenti liberi, ma
le richieste sono sempre quelle: servono i fatti e la qualita’,
la quantita’ non conta”.

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