Psd ancora contro Gatti

Psd ancora contro Gatti

“Il Partito dei socialisti e
democratici si siedera’ ai tavoli del confronto con la
maggioranza sulle riforme solo quando il segretario per le
Finanze lascera’ il suo posto, nei fatti”. E’ la condizione
dettata dal capogruppo del Psd, Claudio Felici, incontrando la
stampa in via Ordelaffi. E non la sola. I vertici dei socialisti
e democratici dicono la loro sul pacchetto-trasparenza,
annunciato mercoledi’ scorso dal governo.
Sulla proposta del superamento dell’anonimato societario,
Felici assicura l’accordo: “Noi lo diciamo dal 2005, ma e’ sempre
stato ostacolato”. Convincono meno i contenuti della riforma
fiscale, in particolare il tax ruling e il sistema misto
Iva-monofase, due tra i punti su cui “il Psd- prosegue- e’ pronto
a discutere, ma a tre condizioni”. Prima di tutto, porre fine
“all’attivismo sospetto a fine corsa” del segretario di Stato per
le Finanze, Gabriele Gatti, che invece di alzare i tacchi da
Palazzo Begni “annuncia progetti di legge nel periodo del
trapasso”. Diversamente, per Felici, “se il Patto ha decretato la
fine della sua esperienza politica nell’esecutivo- puntualizza-
dovrebbe piuttosto sfruttare l’attivismo dei suoi colleghi”. Al
contrario, “vediamo la sua ostinazione a essere il maestro di
cerimonia”. Tanto che “temiamo- conclude- che non abbia
intenzione di farsi da parte nei fatti”. La seconda condizione
necessaria per il dialogo e’ l’attivazione dei canali
istituzionali con l’Italia: “Servono scambi di nota, incontri ad
alto livello”, precisa il leader Psd. Infine, ultima richiesta e’
che “il governo, la politica e gli operatori si confrontino su
direzioni di marcia condivise”. Perche’ “non e’ il momento-
spiega- per solisti stonati, serve un coro unito e
determinato”.
E mentre il governo non ha un “piano
B”, gli imprenditori, sostiene Felici, si stanno preparando a
mettere in atto la loro soluzione alternativa, che “salva le
singole imprese, ma toglie risorse fondamentali al Paese”.
Ovvero, preparano le valigie per andarsene.

Prende la parola infine il segretario Gerardo Giovagnoli per
ribadire che il suo partito e’ pronto al cambiamento, anche se
resta il rammarico che sia determinato da “imposizioni esterne”,
accolte “nel chiuso delle stanze del congresso di Stato”. Al
contrario, “le proposte per scongiurare la black list- sostiene
Giovandoli- non possono non coinvolgere il sistema”.

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