PST, la telenovela dei progetti. Movimento RETE

PST, la telenovela dei progetti. Movimento RETE

Sono diversi anni che si parla di Parco Scientifico e Tecnologico (PST) e in questo tempo Arzilli ha evidentemente sentito l’esigenza di integrare con qualche elemento tangibile e concreto le promesse e parole spese a favore di un progetto che avrebbe dovuto rivoluzionare San Marino in termini di innovazione. Ma gli elementi tangibili del parco sono pochi e discutibili: oltre alle ingenti spese puntuali come una scadenza sul calendario di ogni finanziaria, l’altro elemento è rappresentato dai terreni. É ovvio quindi come, tolti i terreni al parco, decade una delle poche concretezze del progetto. Quella che si legge sulla stampa in questi giorni tra i vari partiti appare una triste scaramuccia tra poltrone ed in particolare coinvolge da una parte Alleanza Popolare con la Mularoni e il progetto del Polo del lusso; dall’altra Noi Sammarinesi con Arzilli e il Parco scientifico e tecnologico, a cui si aggiunge poi il PSD che nel tentare di tranquillizzare gli animi accende al minaccia alla caduta del governo. Il tafferuglio nasce quando i terreni, dove il parco di Arzilli sarebbe dovuto nascere, vengono sacrificati nel nome del Polo del Lusso della Mularoni durante i lavori della Commissione Territorio in cui sono state portate le modifiche del PRG (piano regolatore generale) per trasformare le aree parco di Rovereta in aree edificabili. Nel tentativo di zittire chi reclama attenzione al territorio, ed in particolare le richieste del Comitato di cittadini che ha fatto ricorso a quella trasformazione, il segretario al territorio Mularoni decide di compensare quei terreni a parco di Rovereta grazie a lei resi edificabili, con dei terreni presenti a Faetano, che da produttivi verrebbero resi agricoli. Della serie: una pennellata di grigio qui, viene compensata con un tocco di verde là ed ecco creata l’opera d’arte di questo governo. Peccato che in tutto questo disegno, non ci sia stato confronto nemmeno tra governanti: ci si rende conto troppo tardi che quelle aree a Faetano erano le stesse già destinate al PST. Il progetto del PST si dimostra talmente determinante per il paese che nemmeno i compagni di governo si ricordano dove esso doveva sorgere, e ne nasce proprio un bel pasticcio! Da questa compensazione il PST resta in un primo tempo sacrificato, ma siccome il Piano Regolatore nelle mani di chi agisce a livello personale diventa uno strumento da stravolgere a piacimento, ecco che basta stravolgerlo ancora apportando un contentino allo sgarro fatto e tentando di correre ai ripari. Ne nasce l’ennesimo svilimento del PRG, con un’altra legge di modifica in barba ad ogni appello alla pianificazione del territorio: una pezza che il governo improvvisa destinando questa volta al Parco Scientifico una delle più belle aree agricole rimaste, quella di Ca Montanaro. Ma non finisce qui. Anche in questo caso nessun confronto: ecco allora che entra in gioco un altro partito, il PSD, il quale nel cercare di fare da pacere peggiora la situazione. Secondo loro mentre il polo della moda si può costruire ex novo in un’area a parco, il PST deve invece riqualificare una delle tante aree dismesse e rinunciare anche a Cà Montanaro. Che ne sarà dunque della legge-pezza portata in aula? Non ci resta da dire che occorre attendere i colpi di scena da telenovela delle prossime puntate. Più che al governo di un paese, pare di assistere ad un gioco degno delle migliori bische, in cui ogni Segretario col proprio “progetto-baluardo-bandierina” sfrutta le stanze del Congresso di Stato per giocare le sue carte bluffando persino in faccia agli altri Segretari di Stato ed ai membri della maggioranza. Peccato che a restare davvero fregati, oltre alle amministrazioni locali affatto coinvolte, siano ancora una volta i cittadini e il loro territorio. Difficile dunque parlare di “governo” quando l’obiettivo primario di ogni segretario è quello di garantire per se stesso un posto al sole nella prossima campagna elettorale mentre quella che dovrebbe essere una priorità, e cioè la pianificazione territoriale ed economica, resta in ostaggio dell’improvvisazione e dei giochi di potere.

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy