Quei jet ‘militari’ potrebbero ‘costarci caro’. Sinistra Unita

Quei jet ‘militari’ potrebbero ‘costarci caro’. Sinistra Unita

Immatricolazione di aeromobili di derivazione militari trasformati ad uso civile un’ espediente  che rischia di costarci caro!Le conseguenze della modifiche introdotte dalla finanziaria 2011 in tema di immatricolazioni di aeromobili non si sono fatte attendere.
Il Governo infatti nel corso della finanziaria cercando di trarre profitto dalla  stanchezza dell’aula ha silenziosamente portato in seconda lettura  due emendamenti che da un lato permettono l’immatricolazione a soggetti domiciliati a San Marino , e vogliamo evidenziare la differenza fra domiciliati e residenti, e dall’altro ha abbassato l’imposta monofase dal 6% all’ 1% proprio per gli Aeromobili.
Facciamo notare come un imposta dell’1% sia quantomeno “competitiva” e di come penalizzi le entrate dello Stato.
Oggi a mezzo stampa abbiamo appreso del rilevante incremento di società per l’aviazione e del fatto gravissimo, se fosse vero, che sono stati immatricolati aeromobili di derivazione militare ad uso civile per farli operare in territorio italiano.
Queste paventate  immatricolazioni “irresponsabili”  rischiano di gettare ulteriore benzina sul fuoco nel rapporto Italia- San Marino e di farci finire anche nella black list della aviazione europea.
Se le notizie fossero vere e se fosse stata data l’autorizzazione al volo a questi aeromobili di derivazione militare abilitati al volo negli Stati Uniti ma  non in Europa, San Marino rischierebbe di far naufragare ulteriormente la sua  credibilità internazionale, dal momento che attualmente  nel nostro paese  non esistono strutture abilitate al  controllo e alla certificazione di questi velivoli.
Tutto questo si inserisce in un momento dove le difficoltà di rapporto con l’Italia mettono a serio rischio sia il riconoscimento ,sia il vantaggio economico competitivo stesso del nostro registro aereonavale, e rischia  di fare ricadere il costo del contenzioso sugli utilizzatori finali che ingenuamente si sono fidati delle autorità sammarinesi.
E non è un rischio remoto il fatto che gli utilizzatori finali dei beni registrati presso il registro aereonavale non possano fare causa allo Stato per il sovrapprezzo che saranno costretti a pagare all’Italia per il pagamento di una eventuale IVA addizionale, considerato che lo Stato di San Marino e le sue imprese finanziarie hanno venduto prodotti finanziari e registrato beni che non sono regolamentati da convenzioni di reciproco riconoscimento in essere.
E’ infatti sempre notizia di questi giorni  che molte società di leasing intestatarie di  aeromobili, imbarcazioni ed automobili stiano cercando di risolvere il contenzioso sull’IVA nei confronti del nostro vicino, addirittura ipotizzando una re-immatricolazione del bene in Italia per ridurre le perdite possibili sul contenzioso.
Appare quindi paradossale, se non da veri irresponsabili aprire nuovi fronti di conflitto con l’Italia, attraverso l’immatricolazione di aeromobili di derivazione militare e attraverso una competizione fiscale troppo spinta.
Si rischia di compromettere ulteriormente la nostra immagine e di fare da sponda ad imprenditori e/o persone fisiche che rischieranno loro stessi di dover pagare l’intera imposta sul valore aggiunto in Italia, pena il sequestro, se le difficoltà con l’Italia non si dovesse risolvere in tempi brevi.
Insomma anzichè cercare di risolvere i problemi questo Governo se li va a cercare anche dove non dovrebbe e non certo per fare guadagnare lo Stato visto che l’1% di imposta è veramente ridicola rispetto ai rischi che si fanno correre  al Paese.
Per tutti questi motivi Sinistra Unita presenterà una interpellanza per avere i necessari chiarimenti su quanto accaduto e sul  modo di agire del Governo in questo contesto.
Sinistra Unita                                                                     San Marino 4 febbraio 2011

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