La lezione della storia
In passato, a San Marino, ci sono stati tanti momenti difficili, superati con dignità e intelligenza politica, senza mettere a repentaglio il Paese.
Il rappresentante della Repubblica di San Marino a Parigi presso la corte di Napoleone III, Enrico Conte D’Avigdor era stato in visita sul Titano da non molto e quindi conosceva in quali difficilissime condizioni il Paese si trovava.
Egli propose, nel 1864, un ‘prestito legato ad una lotteria’ che avrebbe potuto alleviare la situazione. Prestito gestito dai “ Banchieri Gompert, e Wertheim di Amsterdam”
Ovviamente se ne discusse in Consiglio. Si riporta un brano della discussione relativo alla lingua in cui doveva essere scritto quel che si andava a firmare. È “necessario avere gli originali sempre stesi in italiano e quindi il Trattato da spedire e scambiarsi sia mantenuto in italiano colla sua ratifica non ostante qualunque versione se ne faccia in altre lingue, per riconoscersi esclusivamente l’originale Trattato, e Cartelle in Idioma italiano”.
Pensate che consiglieri che sottilizzano così sui testi avrebbero accettato che a pronunciarsi su eventuali controversie fosse il tribunale di un paese scelto dagli stessi “Gompert, e Wertheim”?
Fra l’altro il verbale riporta correttamente i nomi dei consiglieri contrari “alla esecuzione di questo contratto”. Contratto che ovviamente avevano avuto la possibilità di leggere. Ora, in Consiglio, per alcuni consiglieri, in casi del genere, questa possibilità può non esserci.
Si fa notare che quella volta in Consiglio – benché ancora Principe e Sovrano – i verbali si facevano. Ora non più.
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