Referendum sulla scala mobile. Una iniziativa demagogica e populista, Leonardo Raschi, Liberal Sammarinesi

Referendum sulla scala mobile. Una iniziativa demagogica e populista, Leonardo Raschi, Liberal Sammarinesi

Una iniziativa demagogica e populista
A proposito del referendum sindacale sulla scala mobile
Una iniziativa demagogica e populista si può definire la scelta di indire un referendum popolare per aumentare gli stipendi dei lavoratori dipendenti in maniera automatica e in base all’inflazione promossa dal sindacato cattolico, la Confederazione Democratica Lavoratori Sammarinesi.
Sarebbe come volere aumentare i posti di lavoro attraverso un decreto legge. Detta iniziativa sposta all’indietro di 40 anni le lancette dell’orologio sindacale, quando imperava la lotta di classe e l’inflazione correva a due cifre. Non è un caso che l’altro sindacato gemello della CSU, la Confederazione Sammarinese del Lavoro, abbia preso le distanze da tale decisione. Per non parlare del nuovo e terzo sindacato, l’USL (Unione Sammarinese Lavoratori), che non ne vuole sapere.
L’idea di reintrodurre la scala mobile è alquanto vetero-marxista. Non è un caso che qualche anno fa era venuta in mente a una frangia estrema di aderenti alla CSdL (si potevano definire i duri e puri alla stregua della FIOM in Italia) che non ha sortito effetto alcuno. Anzi ha sortito l’effetto dell’espulsione di questa frangia estrema dalla CSdL.
Anche per questo la CSdL si trova fortemente in imbarazzo di fronte all’iniziativa dei cugini della CDLS. Occorre ricordare inoltre che nel 2008 la stessa CDLS si schierò contro il referendum sulla scala mobile. Alla faccia della coerenza!
Con il ritorno della scala mobile si avrebbe la mortificazione del ruolo contrattuale del sindacato. Ruolo contrattuale che invece va viepiù esaltato magari facendo più contratti aziendali e meno contratti collettivi. In Italia i sindacati si stanno arrabattando con 400 contratti collettivi.
Troppi, ammettono gli stessi sindacati, tanto che stanno pensando di sfoltirne un po’. Forse i contratti collettivi sono troppi anche a San Marino. Una seria riflessione in tal senso sarebbe auspicabile. Con il ritorno degli aumenti automatici per legge il sindacato abdica al suo ruolo.
Non è sinonimo di sindacato moderno un sindacato che rivendica un ferrovecchio arrugginito come la scala mobile al posto di una libera contrattazione tra parti private e in base alla regola aurea del mercato ovvero la legge della domanda e dell’offerta. Non saranno queste “nuove” iniziative sindacali ad incentivare la venuta a San Marino di nuovi capitali e nuove imprese. Non ci siamo cari amici della CDLS. Avevamo tempo fa espresso riserve sulla linea del Segretario Generale Marco Tura. Riserve che confermiamo.
Leonardo Raschi
Liberal Sammarinesi
liberal@omnimail.sm

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