Replica di Oddone ad Arzilli

Replica di Oddone ad Arzilli

Gentile segretario,
Ci ho dovuto dormire su tutta la notte prima di trovare le parole
giuste per rispondere alla sua “lettera” aperta, che poi non è altro
che una minaccia di querelarmi se non la smetto di fare il mio lavoro.
Il primo sentimento che ho provato, quando le sue righe sono arrivate
in redazione, è stato di compassione nei suoi confronti: mi è sembrato
l’ultimo atto di un segretario alla frutta, il cosiddetto “canto del
cigno”, e avevo deciso di non replicarle. Poi invece, ripensandoci, il
suo gesto è di una gravità estrema e rappresenta un precedente
devastante per la stampa libera. Nessun politico credo, in Italia, ma
nemmeno in Europa e forse in gran parte del mondo è mai arrivato a
tanto: inviare una “lettera” aperta ad un singolo giornalista, per
avvisarlo che sarebbe stato querelato. Questa caro Arzilli è la
dimostrazione di quanto vado scrivendo ormai da un bel po’ di tempo,
ossia che la “tolleranza zero” è solamente uno specchietto per
allodole alla quale non crede più nessuno. Ancora una volta infatti,
quando la libera stampa fa emergere un problema, si preferisce punire
il giornalista, piuttosto che prendere seri provvedimenti, in questo
caso verso l’ufficio industria, ovvero l’ufficio che dipende
politicamente da lei. Invece che correre ai ripari, anche in questo
caso come in altri nel recentissimo passato, lei se la prende con il
giornalista. Viene richiamato all’ordine chi compie il proprio lavoro
e non chi sbaglia. Come ho già avuto modo di scrivere, la trasparenza
è una questione di mentalità. Come per Exit: piuttosto che cercare
seriamente di individuare l’anonimo immobiliarista, avete fatto un
esposto –a proposito, lo avete fatto?- con il solo scopo di trovare
eventuali responsabilità in capo al collega che ha realizzato il
servizio. Rasenta, infine, il patetico sostenere che siamo noi a
“voler minare il percorso di cambiamento necessario all’economia
sammarinese”: a questa panzana, sono sicuro, non crede neppure lei! Ma
come? Da un anno il nostro giornale –e non solo lui- va indicando la
strada da seguire e forse se a tempo debito le critiche della stampa
fossero state ascoltate invece di essere liquidate come al solito come
la voce “di chi vuole male al Paese”, oggi la situazione sarebbe molto
diversa. Un’ultima puntualizzazione: questa non è una “lettera” aperta
o chiusa, ma la replica alla ennesima minaccia e pressione alla quale
la mia persona viene sottoposta. La lascio con una frase di Giovanni
Falcone sulla quale la prego di riflettere: “Chi tace e chi piega la
testa muore ogni volta che lo fa, chi parla e chi cammina a testa alta
muore una volta sola”. Il suo partito era nato come il nuovo, come
quello che doveva cambiare veramente le cose: il suo atto di querelare
un giornalista invece, la fa sembrare come il più vecchio dei
dinosauri contro i quali avete basato tutta la vostra campagna
elettorale.
Cordiali saluti,
David Oddone

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