Resoconto conferenza stampa Morri-Casali – di Francesco De Luigi

Resoconto conferenza stampa Morri-Casali – di Francesco De Luigi

Questa mattina, alle 12.30, presso la Sala del Castello di Borgo
Maggiore si è svolta la conferenza stampa congiunta tra il leader
dell’Unione sammarinese dei moderati, Romeo Morri, ex Segretario alla
cultura, all’istruzione e all’Università e il leader del Nuovo partito
socialista (Nps) ex Segretario alla Giustizia.

Si tratta della prima uscita pubblica dei due ‘dissidenti’ dell’ex
Patto, dal fatidico 17 luglio scorso, quando insieme decisero di porre
fine alla maggioranza, scatenando una crisi di governo.
Sia Morri che Casali
hanno voluto mettere in chiaro che la loro uscita dal governo è stato
un atto di responsabilità e di rispetto nei confronti del Paese e dei
cittadini, perché – secondo loro – la deriva politica del governo stava
cacciando il Titano in un vicolo cieco. Casali sottolinea anche il fatto
che attualmente quasi tutte le forze politiche, compresi i nuovi
movimenti civici, non fanno altro che parlare senza avere in mente delle
idee precise per uscire da questa crisi economica, non focalizzandosi
sui problemi reali del Paese, pensando soltanto alle strategie
pre-elettorali.

Ma il vero motivo della conferenza stampa è un altro – come afferma
ancora Casali – ossia la sciagurata sottovalutazione dell’infiltrazione
malavitosa nel tessuto economico, istituzionale e sociale di San Marino,
da parte di chi avrebbe avuto il compito di sorvegliare e intervenire
per bloccare, o quantomeno controllare, sul nascere un simile fenomeno.

Sia Morri che Casali hanno accolto positivamente l’istituzione di
un’apposita Commissione consigliare per l’antimafia sui casi ‘Staffa’, ‘Fingestus’ e ‘Fincapital’, ma ci tengono a ricordare che l’indagine ‘Criminal minds
non rientra nell’oggetto d’analisi dell’antimafia, «un’indagine, la
‘Criminal minds’ che», secondo il parere dell’ex Segretario alla
Giustizia, «potrebbe essere meno interessante da un punto di vista
penale rispetto ad altre indagini in corso, ma se messa insieme a tutti i
tasselli del puzzle, può spiegare molto meglio di altre situazioni il
sistema della malavita organizzata intrecciata con le istituzioni
economiche e politiche sammarinesi».

Oltre alla questione ‘Criminal minds’, Casali tira fuori dal cappello
“magico” una serie di domande che secondo lui potrebbero far capire le
contraddizioni – tradotto in parole povere, le magagne – dei meccanismi
interni alle istituzioni statali e politiche:

«Ad esempio» – prosegue Casali – «ci chiediamo come mai in Congresso
di Stato non si è mai saputo nulla relativamente ad un ‘Appunto’ avente
ad oggetto l’aumento della criminalità a San Marino e delle
infiltrazioni mafiose, redatto da un graduato della Gendarmeria e
consegnato a un membro designato del Congresso di Stato nel 2008. In
quell’Appunto vi erano contenute delle notizie molto interessanti e
proposte per controllare il fenomeno. E ancora: perché pure nulla si è
saputo di un esposto presentato da un secondo graduato della Gendarmeria
nel 2009 sempre a un membro del Congresso di Stato, dove si asseriva
che attualmente la Gendarmeria è un luogo dove si compiono illegalità?
Poi sarebbe interessante anche sapere a che punto si trova l’indagine
aperta sulla questione delle intercettazioni attuate nei confronti di un
membro del Congresso di Stato. Ormai sono passati due anni e ancora non
è dato di sapere niente, ma ci risulta che l’indagine sta andando
avanti, c’è quindi da augurarsi che si arrivi a una conclusione».

Ed ecco sopraggiungere il momento clou della conferenza: «sarebbe
importante sapere se tutto funziona a dovere o se ci sono dei settori
deviati nelle forze di polizia e nella Gendarmeria che lavoravano o
lavorano parallelamente alle istituzioni.
Io per affermare
queste cose sono stato accusato di voler svilire le istituzioni, e
invece no, io le voglio difendere, perché deve venir fuori o che è tutto
a posto oppure che è successo qualcosa e se c’è una mela marcia deve
essere tolta dal cesto».

Infine, Casali, porta all’attenzione dei presenti altre due questioni rimaste aperte, sulle quali la politica ha sottaciuto:

«Un’altra domanda che ci siamo fatti e ci piacerebbe che qualcuno ci
desse una risposta è l’indagine su ‘Criminal minds’. Dopo lo scoppio di
tale indagine, che ha fatto tanto scalpore, a cui è collegata
l’ordinanza del Giudice d’appello del 9 febbraio 2012, in cui si dispone
l’apertura dell’istruttoria, e si richiede che vengano accertate le
ragioni per le quali gli organi preposti, cioè Tribunale e Gendarmeria,
hanno omesso di compiere gli atti del proprio ufficio. Il Tribunale ha
avviato le procedure di sindacato nei confronti del Magistrato, mentre
per quello che riguarda la Gendarmeria tutto è rimasto inalterato e
ognuno è stato lasciato al proprio posto, compresi, pare, gendarmi
indagati proprio per questa vicenda. Infine ci piacerebbe anche sapere
per quale motivo ancora non si è provveduto alla sostituzione dei tre
comandanti dei corpi di polizia così come invece il Congresso di Stato
aveva indicato già da diversi mesi».

Queste domande Morri e Casali le rivolgono direttamente alla
politica, che avrebbe il dovere, in primis nei confronti della
cittadinanza, – sempre secondo i due leader, rispettivamente dei
Moderati e del Nuovo partito socialista – di dare delle risposte su
questioni poco chiare e piuttosto torbide e – volutamente o meno non è
dato saperlo – lasciate cadere nel dimenticatoio dell’indifferenza
generale.

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