RETE non odia i partiti ma odia la corruzione, le tangenti e il clientelismo

RETE non odia i partiti ma odia la corruzione, le tangenti e il clientelismo

RETE non odia i partiti ma odia la corruzione, le tangenti e il clientelismo
Vorremmo ringraziare il PSD per la risposta inviata al nostro articolo in cui ci chiedevamo come mai fosse così difficile per un partito chiedere le dimissioni dei propri rappresentanti indagati nel caso conto Mazzini, visto e considerato che tutti gli altri partiti presenti in Consiglio lo hanno fatto. In perfetto stile anni ’90, il PSD non dà spiegazioni e non nomina neanche per sbaglio Macina e Felici, ma punta il dito contro RETE farneticando di odio e altre fantasie. Per cui, puntualizziamo per l’ennesima volta:
– RETE si è presentata da sola alle elezioni del 2012 proprio per dare un segnale di discontinuità rispetto al passato. Non solo, abbiamo escluso la candidatura a tutte le forze e tutti i personaggi politici che in passato hanno avuto ruoli nella gestione disastrosa del paese nella ferma convinzione che i problemi non possano essere risolti dalle stesse persone che li hanno causati (e viste le indagini egli arresti degli ultimi due anni la scelta è stata più che azzeccata).
– All’assemblea di gennaio nessun partito o giornalista è stato invitato così come è successo per tutte le altre assemblee (una ogni tre mesi circa), che non sono da confondere con i Congressi di partito che non abbiamo mai fatto. Per il resto, l’ingresso alle nostre iniziative è sempre aperto a tutti (serate post Consiglio, incontri su banca della vita, riforma costituzionale, ambiente, sanità, criminalità organizzata ecc)
– RETE è uscita dall’aula durante la finanziaria in seguito all’approvazione dell’articolo sulle indennità di malattia che di fatto toglie tutele ai malati gravi e cancellato anni di battaglie (articolo che in teoria un partito come il PSD avrebbe dovuto osteggiare). In seguito all’uscita dei 4 consiglieri il nostro direttivo si è riunito d’urgenza e deciso che i consiglieri NON avrebbero dovuto dimettersi dal loro ruolo ma dedicare meno tempo ai lavori consiliari, visto che il potere legislativo del Consiglio è, di fatto, esautorato dal Congresso di stato (sul nostro sito www.movimentorete.org nella sezione Lavori Consiliari sono disponibili i file pdf delle presenze dei nostri rappresentanti a ogni seduta consiliare).
Tutte queste spiegazioni le abbiamo sempre fornite e le ribadiamo nuovamente nel caso i comunicati stampa, gli articoli sul nostro mensile (online e cartaceo), le newsletter, i video, il blog del nostro sito e le interviste non siano stati sufficienti a far comprendere al PSD le ragioni delle nostre scelte.
Infine, il nostro movimento non odia i partiti tradizionali ma odia la corruzione, le tangenti e il clientelismo. Non a caso quello che chiediamo ai partiti, e quindi anche al PSD, non è di scomparire dalla faccia della terra ma di fare pulizia al proprio interno e di liberarsi dai vincoli che impediscono, schiacciano e prendono in ostaggio la buona politica. Verso il PSD nutriamo la stessa identica attenzione che abbiamo nutrito nei confronti di casi analoghi che hanno coinvolto rappresentanti di altri partiti (DC, UPR, PS…). Il passo indietro dei politici indagati, come detto più volte, serve per mantenere il buon nome delle istituzioni.
 Ci pare doveroso, in un momento così confuso, sottolineare le contraddizioni di un paese che dichiara di voler cambiare e nei fatti non lo fa. E ci pare ancor più doveroso in un paese che è abituato a considerare “normali” comportamenti che non hanno niente di normale, e che così facendo continua a far mancare la condanna sociale e il conseguente impegno sociale, cioè gli unici due elementi in grado di combattere il radicamento della politica malsana.

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