Un altro albergo inguaia l’ingegner Guglielmo Zaffagnini, già alla sbarra per l’inchiesta Savioli, per quella sull’hotel Sixty e indagato nel “caso Palas”.
La vicenda riguarda un altro albergo di Riccione, al quale Zaffagnini avrebbe concesso una sanatoria, certificando che i lavori erano terminati in epoca antecedente a quella reale, così da far beneficiare la proprietà del condono.
L’udienza di ieri, davanti al giudice per le indagini preliminari Fiorella Casadei, si è chiusa però con un rinvio fissato al prossimo 3 aprile.
Zaffaginini dovrà rispondere dell’ennesimo, presunto, pasticcio edilizio che l’ha portato in un’aula di giustizia.
L’ultimo di una lunga lista che vede in cima l’hotel Sixty, tornato di recente sotto sequestro, su richiesta del pubblico ministero che ha ottenuto dal giudice di sigillare il quinto piano dello stabile di via Milano, secondo l’accusa alzato abusivamente grazie al pagamento di una mazzetta.
In quel procedimento gli altri imputati sono sua moglie Bernardina Ghilardi (all’epoca responsabile dell’Ufficio referti), l’ingegnere riminese Loris Rinaldi e il legale rappresentante della società proprietaria dell’hotel Carlo Cantalamessa.
In questa storia, secondo la ricostruzione degli inquirenti, Zaffagnini agiva in doppia veste di dirigente del Comune e tecnico progettista occulto del Sixty.
Concessione che violerebbe il Piano Strutturale Comunale, avendo aumentato non del 20 ma del 60% la cubatura dell’albergo da ristrutturare.
Fonte: “Il Resto del Carlino”