Riflessioni su economia e quadro politico

Riflessioni su economia e quadro politico

All’interno del Patto per San Marino, viviamo con estrema attenzione la critica all’operato del governo e della coalizione Patto per San Marino, che si è assunta il carico, peraltro molto oneroso, di cercare di far uscire la Repubblica da una gravissima crisi.
Le ragioni della crisi, a nostro modo di vedere, vanno ricondotte alla purtroppo storica mancanza di politiche economiche di prospettiva circa il ruolo che uno Stato, piccolo come il nostro, può assumere in un mondo economico sempre più caratterizzato dagli effetti della globalizzazione.
Le attività economiche che producono effettiva ricchezza si sono spostate verso oriente, tant’è che le economie dei ricchi paesi occidentali subiscono una pesante recessione. Quelle dei paesi dell’estremo oriente godono di un enorme travaso di ricchezze verso di loro ed i loro indici di crescita economica sono costantemente positivi e vicini alla doppia cifra.
Le economie dei paesi occidentali, ed in particolare quelle dei paesi a noi più vicini, come l’Italia, stanno cercando in ogni modo di arginare il travaso di ricchezze verso sistemi più competitivi. Di qui la chiusura, verso tutti e di conseguenza anche verso San Marino.
Questa Coalizione, dopo aver riparato il grave danno subito a seguito della procedura rafforzata Moneyval ( che ha permesso ai detrattori di San Marino di sostenere che fosse la nicchia del riciclaggio e della malavita), con un duro ed intenso lavoro ha permesso alla Repubblica di riassumere quell’immagine positiva e corretta, necessaria per poter stipulare convenzioni con qualunque stato estero. Ma deve essere chiaro che, e ci riferiamo in particolar modo al rapporto con l’Italia, le convenzioni internazionali richiedono l’assenso e l’interesse di entrambi i contraenti a sottoscriverle. E’ palese che in questo momento l’Italia, in una fase di feroce recessione e di carenza di liquidità, non può permettersi accordi sulle doppie imposizioni ( lo dimostra il fatto che tali accordi l’Italia non li firma nemmeno con altri Stati).
L’internazionalizzazione dell’economia sammarinese, che tutte le componenti politiche del nostro parlamento invocano, è quanto il Governo sta cercando di porre in essere. I paesi dell’estremo oriente hanno riserve, liquidità ed imprese in espansione; sta a noi presentarci, farci conoscere e rendere appetibili gli investimenti nel nostro paese. Questa è la ragione per la quale i nostri rappresentanti di Governo, hanno effettuato visite nei paesi dell’estremo oriente e nei prossimi giorni si recheranno in India. La mancanza di rapporti internazionali per San Marino è forse la situazione contingente più pesante che abbiamo ereditato.
Oltre al problema dell’opacità del sistema economico, che abbiamo risolto anche grazie al contributo delle componenti più giovani e dinamiche dell’opposizione, resta da risolvere quello della dipendenza di San Marino dall’economia parassitaria del recente passato, in cui le tasse per il sostentamento del nostro Stato sociale le facevamo pagare agli italiani che fuggivano dall’inferno fiscale; la scelta più irresponsabile ha riguardato gli avanzi di bilancio, che anziché essere investiti in strutture che potessero a loro volte creare ricchezza, sono state impiegate per le politiche clientelari, quali quella dell’assunzione di un numero di dipendenti pubblici sicuramente superiore al necessario. Ora queste dipendenti vanno rispettati e tutelati, ma non possiamo tacere su cosa sia successo.
Oggi tutti quanti siamo costretti a pagare le conseguenze di vecchie politiche dissennate. Gli effetti dell’attività di sviluppo economico, che il governo sta perseguendo, sappiamo benissimo che non saranno immediati, ma almeno saranno più duraturi della tanto declamata piazza finanziaria che nel recente passato qualcuno ha voluto porre in essere per ripianare il buco di bilancio dell’inizio degli anni 2000. Gli effetti di tali dissennate politiche, che hanno portato nelle casse dello stato una veloce quanto effimera ricchezza, li sentono tutti i cittadini sammarinesi sulla loro pelle.
Infine, alcune precisazioni sul quadro politico e la nostra ‘lotta contro i dinosauri’. La prima i dinosauri non hanno un nome e cognome, ma riteniamo tali quei politici che, a prescindere dalla loro anzianità politica, ricorrono ai ‘giochini’ nel segreto dell’urna, agli equilibrismi, alla falsità nella conduzione politica, per fare e disfare governi, senza ideali, valori, progetti e programmi, ma con il solo fine di rimescolare gli equilibri della politica per riemergere loro stessi, magari ben assestati su una poltrona; la seconda, noi abbiamo il massimo rispetto per il voto dei cittadini, magari liberamente espresso e non per ‘sdebitarsi’ di un favore, e non abbiamo preclusioni di sorta verso alcun esponente politico, vecchio o nuovo. L’unica condizione che poniamo è quella di cessare con la politica del fare e disfare i governi per mero interesse personale, o del cambio di casacca nella speranza di una poltrona. Se davvero vogliamo dare credito a questa Repubblica e rispondere alle esigenze dei cittadini, anche i politici di più lungo corso debbono abbandonare certi metodi ed allinearsi al confronto sulle proposte e sui programmi. Del resto è ormai evidente che la principale caratteristica della politica sammarinese di questi ultimi anni vada ricondotta alle incrostazioni del potere in certe persone, che, a prescindere dai progetti politici e dai programmi, finisce per fare e disfare le coalizioni a seconda degli interessi individuali del momento.
Proprio alla luce di queste considerazioni non possiamo fare a meno di esprimere la nostra solidarietà a Federico Bartoletti; immaginiamo che la sua scelta di lasciare gli EPS sia stata dolorosa, ma gli fa onore la sua coerenza e lealtà verso gli elettori.
Purtoppo, proprio in questi giorni, si nota, come da articoli ed editoriali recenti, il confronto libero e democratico che si terrà a breve nel prossimo Congresso della Democrazia Cristiana, rischia di essere influenzato da lobby politico affaristiche che intendono riprendere il controllo dei governi della Repubblica. Almeno questa è la nostra sensazione!
Noi sammarinesi

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy