Riforma del mercato del lavoro: non si crea occupazione abbassando i diritti

Riforma del mercato del lavoro: non si crea occupazione abbassando i diritti

La CSdL ha chiesto di superare, nell’ambito del confronto, i contenuti più distorsivi e peggiorativi del Decreto Mussoni
Con l’incontro di questa mattina, è iniziato il confronto tra il Sindacato e la Segreteria di Stato per il Lavoro sulle linee di riforma del mercato del lavoro. Quale premessa, la CSdL ha precisato che prima di affrontare i principali nodi della tematica, l’Esecutivo deve indicare con chiarezza quale modello di economia vuole impostare per il nostro paese.
La CSdL su questo piano è pienamente attrezzata, con l’elaborazione di un progetto di sviluppo, articolato in cinque studi, che da tempo la Confederazione ha messo a disposizione di tutte le forze del paese, quale proprio contributo progettuale. Un progetto che vuole affermare un nuovo modello di economia basato sul lavoro tutelato e l’economia reale, sulla trasparenza e la legalità, l’elevata qualità dei prodotti e dei servizi, l’innovazione, la formazione.
Anche rispetto alla riforma del mercato del lavoro, la CSdL ha un proprio importante contributo progettuale, ovvero la specifica proposta di legge elaborata e presentata negli anni scorsi, la quale mantiene pienamente la sua validità e attualità. Sul tema, la CSdL in primo luogo ha ribadito di non essere disponibile a semplicistiche ricette che pretendono di scambiare la creazione di nuovi posti di lavoro con l’abbassamento dei diritti dei lavoratori. Queste scorciatoie rappresentano dei balzi indietro sul piano dei diritti e dei livelli di democrazia e non funzionano, tant’è che hanno fallito in tutta Europa, laddove sono stati imposte.
La CSdL ha inoltre sollevato una questione di metodo, su cui ha chiesto un chiarimento di fondo; il confronto deve essere reale, per arrivare a soluzioni il più possibile condivise, evitando di approvare provvedimenti unilaterali e dai contenuti non concertati, come è avvenuto nel caso del famigerato Decreto Mussoni, adottato in tempi ristrettissimi senza il confronto col Sindacato e già trasformato repentinamente in legge dello Stato.
Come primo atto per dimostrare una reale volontà di concertazione, la CSdL ha chiesto alla Segreteria di Stato per il Lavoro, nell’ambito del confronto, di superare i contenuti più distorsivi e peggiorativi dello stesso Decreto Mussoni, ad iniziare dalla liberalizzazione delle assunzioni nominative e delle assunzioni di personale non iscritto alle graduatorie, dal considerevole ampliamento delle possibilità di ricorso a forme di lavoro precario, come i distacchi e le collaborazioni.
 

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy