Andrea Rossini – Corriere Romagna: Il caso senza fine / Pantani, il giallo del cornetto Algida / Si trovava nel cestino dei rifiuti, all’interno del residence dove il ciclista morì nel 2004 / Presentato il ricorso, mamma Tonina punta sulla carta trovata nel cestino: non ci prendono in giro
RIMINI. «Abbiamo depositato
in Tribunale quattordici
faldoni sulla morte
di Marco perché ci opponiamo
su quello che ha
detto il giudice che un poliziotto
mentre era sul luogo
dove morì Marco mangiava
un gelato mentre faceva
il sopralluogo. Proprio
una presa per il c…».
Tonina Pantani, di ritorno
dal palazzo di giustizia,
sfoga la sua rabbia su Facebook.
Accompagnata
dal marito Paolo e dall’avvocato Antonio De Rensis
ha consegnato gli atti all’ufficio
Gip che trasmetterà
tutto alla Cassazione
per l’ultima parola sulla
vicenda. Il ricorso era stato
annunciato all’indomani del decreto del giudice
Vinicio Cantarini che disponeva
l’archiviazione
del caso riaperto due anni
fa proprio sulla base di un
esposto della famiglia del
campione. Le speranza di
ribaltare le conclusioni,
puntuali e circostanziate, sono per la verità remote e legate alla eventuale e presunta
presenza di illogicità
o inadeguatezze nelle
motivazioni. Chi avrebbe
voluto trasformare la tragedia
personale di Pantani
in un giallo converrà
come lo scioglimento di una
trama così complessa
non possa coincidere, dopo
tanti supplementi investigativi
e medici, con
quella di un cornetto Algida. (…)
in Tribunale quattordici
faldoni sulla morte
di Marco perché ci opponiamo
su quello che ha
detto il giudice che un poliziotto
mentre era sul luogo
dove morì Marco mangiava
un gelato mentre faceva
il sopralluogo. Proprio
una presa per il c…».
Tonina Pantani, di ritorno
dal palazzo di giustizia,
sfoga la sua rabbia su Facebook.
Accompagnata
dal marito Paolo e dall’avvocato Antonio De Rensis
ha consegnato gli atti all’ufficio
Gip che trasmetterà
tutto alla Cassazione
per l’ultima parola sulla
vicenda. Il ricorso era stato
annunciato all’indomani del decreto del giudice
Vinicio Cantarini che disponeva
l’archiviazione
del caso riaperto due anni
fa proprio sulla base di un
esposto della famiglia del
campione. Le speranza di
ribaltare le conclusioni,
puntuali e circostanziate, sono per la verità remote e legate alla eventuale e presunta
presenza di illogicità
o inadeguatezze nelle
motivazioni. Chi avrebbe
voluto trasformare la tragedia
personale di Pantani
in un giallo converrà
come lo scioglimento di una
trama così complessa
non possa coincidere, dopo
tanti supplementi investigativi
e medici, con
quella di un cornetto Algida. (…)