Rimini. Attentati di Parigi: il vescovo Lambiasi invita a tecere, riflettere e pregare

Rimini. Attentati di Parigi: il vescovo Lambiasi invita a tecere, riflettere e pregare

RIMINI. In merito ai tragici fatti di Parigi, la Chiesa riminese invita tutti i sacerdoti e tutte le parrocchie e tutte le chiese a ricordare in tutte le Messe di domenica 15 novembre le vittime, le famiglie e la nazione francese. 

Il Vescovo di Rimini propone tre verbi, tre azioni: tacere, riflettere, pregare. All’indomani di un altro giorno buio della storia dell’umanità , Mons. Francesco Lambiasi così si è espresso alla manifestazione organizzata a Rimini riminese dopo gli attentati di Parigi.
Di seguito l’intervento del Vescovo Francesco in piazza Cavour.
“Un altro giorno buio nella storia dell’umanità: come uomini e come credenti siamo tutti sconvolti dall’orrore dell’orrenda carneficina perpetrata con gli attentati compiuti a Parigi nella tarda sera di venerdì 13 novembre scorso. Sentiamo il bisogno di tacere, di riflettere a lungo, di pregare. 

1. Non c’è nulla, non c’è assolutamente nulla che possa giustificare un crimine così terribile e una barbarie tanto devastante. Nessun motivo razionale può legittimare un fenomeno assurdo e irrazionale: il terrorismo. Irrazionale perché assurdo, e assurdo perché disumano. Bisogna quindi fare ogni ragionevole sforzo per assicurare alla giustizia i responsabili – esecutori e mandanti – ed evitare che possano ripetersi episodi di così spietata ferocia. 

2. Per parte nostra condividiamo la costernazione e l’indignazione degli uomini di buona volontà, ma preghiamo e operiamo perché la risposta più alta a quanto accaduto non venga da una emotività più che giustamente risentita. ma sia affidata alla sana ragione. Non possiamo e non dobbiamo cedere alla tentazione della paura e alla logica illogica della violenza. Così si finirebbe per fare il gioco del terrorismo più crudele e disumano. Adottare la stessa logica di guerra equivarrebbe a firmare la nostra sconfitta di uomini civili. 

3. Nei giorni dello sgomento e del terrore non dobbiamo perdere il più elementare senso di umanità; se possibile, dobbiamo accrescerlo. E’ parte del senso di umanità non confondere misericordia con buonismo, mescolare indignazione e violenza, legittima difesa con l’odio e la rappresaglia. Ma non possiamo non condannare il cinico fenomeno del commercio delle armi che attraversa le frontiere dell’occidente e dell’oriente, e costituisce una forma perversa di globalizzazione, destinata a ritorcersi contro gli stessi paesi esportatori.

4. Ma insieme dobbiamo anche renderci conto che la risposta più seria e più efficace al terrorismo non è il nostro più tetro e più triste nichilismo, espresso in uno slogan raggelante che da diversi anni ancora si legge su un muro laterale nei pressi della nostra università: Produci – Consuma – Crepa(!). Chiediamoci: che cosa sta offrendo ai nostri giovani la “cultura dello scarto”: gonfia di tutto e piena di niente? 

5. Chi vuole, mi segua con questa breve preghiera. Chi non se la sente, si prenda un minuto di riflessione, per una chiara direzione di cammino e una decisa assunzione di impegno. 

Dio della pace, non ti può comprendere chi semina il terrore,
non ti può accogliere chi ama la violenza:
dona a chi edifica la pace di perseverare nel suo proposito,
e a chi la ostacola di essere sanato dall’odio che lo tormenta,
perché tutti si ritrovino in te, che sei la vera pace.
Per Cristo nostro Signore, re della pace.
Amen”.

[c.s. Diocesi Rimini]

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