Simone Mascia – Corriere Romagna: Centraline ormai vecchie e non sostituite. Richieste dei rapporti terminate. Da Arpa confermano: «Mancano i soldi». E la nuova legge cambia le regole: «Si abbassano le cautele» /
Esplosione di antenne, calano i controlli /
Impianti elettromagnetici saliti a quasi 500. I tagli ai bilanci dei Comuni limitano i monitoraggi
RIMINI. Antenne di telefonia, radio e televisione. Ma anche antenne per Internet, per i Wimax a banda larga. E poi antenne Dvbh per vedere la tv sul cellulare, Tetra per fare comunicare la Protezione civile ed Rfi per le Ferrovie. Senza contare quelle “dormienti”, installate a decine, pronte ad attivarsi in favore delle nuove tecnologie Lte per i telefonini di quarta generazione. Rimini non si fa mancare niente. Sono esplosi in modo progressivo gli impianti elettromagnetici ad alta frequenza sparsi per la provincia e saliti a quota 484. «Un grande sviluppo che non sembra fermarsi: non potranno che portare ad un aumento dei campi elettromagnetici nell’ambiente», come rileva anche un rapporto di Arpa, sempre in trincea, che mantiene alta la guardia. Anche se i controlli -causa tagli ai bilanci delle amministrazioni – calano in modo sensibile. Di pari passo con le centraline per le rilevazioni, ormai messe da parte. E la nuova legge, introdotta da Roma, «abbassa le cautele».
Esplosione di antenne. Il record di installazioni spetta al comune Rimini con 226, seguito da Riccione a quota 57 e Montescudo a 31, poi Cattolica a 27 e Bellaria a 26. In totale nella provincia si veleggia verso i 500 impianti, piazzati negli ultimi anni ovunque: tetti, balconi, lastrici solari, pali, terreni, tutti luoghi appartenenti alle pubbliche amministrazioni o ai privati. Tutti allettati dagli importi erogati dalle varie compagnie che possono oscillare dai 6mila a quasi 30mila euro all’anno. (…)
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