Rimini. Caso Stecca, la donna ferita: ‘Provo solo pena, non rabbia’. Corriere Romagna

Rimini. Caso Stecca, la donna ferita: ‘Provo solo pena, non rabbia’. Corriere Romagna

Corriere Romagna: Il caso Stecca. Roberta Cester: «Tra noi c’era solo amicizia, ma lui ne ha approfittato per la sua fame di soldi» / «Non provo rabbia, ma pena» / La donna ferita: «Dopo l’accoltellamento ho temuto si suicidasse»

RIMINI. «Quando ho visto il coltello piantato nel fianco ho stentato a credere ai miei occhi: mi sembrava impossibile che Loris fosse arrivato a tanto. Ho estratto la lama e il primo pensiero è stato per lui: ho avuto paura che potesse suicidarsi. Non riesco a provare rabbia, né rancore, ma soltanto una grande pena nei suoi confronti». Roberta Cester, assistita legalmente dall’avvocato Marco Ditroia, non ha parole d’odio per Stecca, il suo feritore. Però intende chiarire un punto che le sta a cuore: «Tra noi non c’è stata nessuna relazione sentimentale, ma solo una bella e affettuosa amicizia. Io gli ho voluto bene come se ne può volere a un figlio da accudire. Non è cattivo, provavo tenerezza per lui: lo vedevo indifeso, a volte maltrattato. E la mia intenzione è stata sempre quella di aiutarlo a superare tante situazioni difficili, a realizzare il suo sogno della palestra, non certo di complicargli la vita». Dopo l’agognata inaugurazione della sezione pugilistica, però qualcosa si è rotto tra i due. «E’ stato lui a cambiare: voleva sempre più soldi, non gli bastavano mai e ho cominciato a pensare che la sua amicizia fosse falsa, dettata dalla convenienza». (…)

Negli ultimi tempi era diventato aggressivo, mi faceva paura e se c’era uno succube tra noi, quella ero io. Cercavo di accontentarlo perché cominciavo ad avere paura di lui». (…)

 




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