Cgil denuncia in Procura a Rimini lo sfruttamento del lavoro nero e sottopagato di una ditta edile, che tramite volantini sparsi nei cantieri, raccoglieva manodopera (schiavista) soprattutto rumena, obbligati ad accettare un simile lavoro pur di sopravvivere.
Patrizia Cupo di Corriere Romagna: Romeni come schiavi, Cgil in procura
Esposto contro una ditta edile riminese: garantisce dieci ore al giorno per sei giorni /
Caporalato dalla Romania: muratori offerti per 11 euro l’ora compreso viaggio, vitto e alloggio
RIMINI. Undici euro l’ora. Il prezzo per un muratore romeno, compreso di viaggio (difficile sia in aereo), vitto (difficile sia un menù completo), alloggio (difficile sia un cinque stelle), ma l’“offerta” vale solo se il tuttofare straniero viene ingaggiato per almeno dieci ore al giorno, sei giorni a settimana. Prezzi stracciati che – ripuliti di spese e contributi forse “dimenticati” – nelle tasche dei lavoratori diverrebbero pochi spiccioli: questa è l’offerta presentata da una ditta edile riminese e pubblicizzata su alcuni volantini che, nelle settimane scorse, han fatto il giro della provincia arrivando fino a San Marino. Uno è finito nelle mani della Cgil che, proprio ieri mattina, ha presentato un esposto alla Procura di Rimini per intermediazione illecita di manodopera, nel timore che dietro vi sia un giro di caporalato internazionale. Tradotto: “schiavi” del mattone. (…)
Legalità nel lavoro.
«Caporalato, lavoro nero, non rispetto delle nor- me di sicurezza: sono la
frontiera sulla quale lavoriamo per immaginare l’uscita dalla crisi con un lavoro che rispetti le re- gole – ricorda Urbinati, al fianco di Massimo Bel- lini della Fillea-Cgil Rimini -. Da un lato chiediamo ci siano più controlli sul territorio, dall’altro stiamo lavorando a un protocollo per gli appalti pubblici». Sette i principi per tutelare il lavoro: «Offerte economiche più vantaggiose e non al massimo ribasso, applicazione del decreto sulla salute nei cantieri, documento unico di regolarità contributiva, applicazione dei contratti di lavoro, osservatorio provinciale sugli appalti, definizione di una white liste di imprese che devono operare sul territorio, stazione unica appaltante», sintetizza Urbinati.
