Patrizia Cupo di Corriere Romagna: Sandra, 70 anni, paga teatro e yoga stirando e visitando i malati: son tornata alla mia infanzia quando ci si faceva favori senza alcun bisogno di denaro /
In quattrocento ritornano al baratto /
Boom della Banca del tempo: dai pensionati ai professionisti, scambi di lavori per non pagare
RIMINI. (…) Una regola vecchia quanto il mondo che l’antica economia chiamava “baratto”, considerata oggi una delle vie d’uscita alla crisi mondiale. Le Banche del tempo ne hanno fatto la regola aurea: ogni ora “costa” uguale, a prescindere dal tipo di servizio reso e, a Rimini, per superare la mancanza di soldi, sono già in 400 a preferire lo scambio di ore, a quello di euro. «Io adoro lo yoga e il teatro: “pago” le ore in palestra e sul palco stirando e andando a trovare le persone malate»; Sandra, 70 anni, gestisce i 70 iscritti del quartiere 2 di Rimini: «Con la Banca del tempo son tornata alla mia infanzia quando ci si scambiava favori senza alcun bisogno di pagarli, si vive meglio». (…)
La vita di tutti i giorni è l’urgenza. Ne sa qualcosa la 70enne Sandra Muccioli del quartiere 2: «Qui siamo una settantina e ci scambiano ogni genere di servizio, basta “pagarlo” –racconta-. Io, nelle mie ore, stiro, faccio pulizie, do assistenza alle persone malate o sole. In cambio, ore di yoga o lezioni di informatica. Tra di noi, c’è un po’ di tutto: il giovane avvocato per consigli e consulenze, giornalisti e casalinghe». Sì, perché la maggior parte degli iscritti è donna. «Almeno l’80% – rivela la Grossi -. Perché? Perché sulle donne pesa tutto il problema della conciliazione dei tempi: sanno cosa occorre e dove trovarlo. Un sistema simile giova soprattutto a loro».
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