Rimini. Emanuele Manzo: morire a 23 anni alla Molo street parade. Corriere Romagna

Rimini. Emanuele Manzo: morire a 23 anni alla Molo street parade. Corriere Romagna

Corriere Romagna: Il giovane deceduto per overdose da metanfetamina lascia tre fratelli e i genitori. «Abbiamo aiutato a portare la barella, volevamo solo divertirci» /
«Tremava, era freddo, poi è crollato» /
Parlano gli amici che erano con Emanuele: «Della droga non sappiamo nulla»

RIMINI. «Abbiamo visto Emanuele a terra, tremava, era freddo. Ci siamo preoccupati, abbiamo visto che lì vicino c’era il personale della Croce rossa e li abbiamo chiamati a gran voce. Ho dato una mano a portare la barella, ci siamo fatti largo tra la folla, lo abbiamo caricato e portato nel punto allestito per il Posto di soccorso, sulla spiaggia libera a duecento metri di distanza». Francesco Sereni l’altra notte alla Molo street parade di Rimini ha perso un amico: Emanuele Manzo, aveva 23 anni, compiuti il 17 giugno scorso.
Insieme agli amici con cui era arrivato da Modena per trascorrere un wee-kend di piacere e divertimento, ha visto Emanuele crollare all’improvviso. Erano le due e mezza di domenica mattina.
Che si fosse drogato è praticamente certo: nel sangue, lo hanno rivelato le analisi, aveva tracce di alcol e di una droga sintetica, la Mdma, un derivato sintetico della metanfetamina.
Gli amici sostengono di non saperne nulla degli stupefacenti. «A noi non aveva detto – il riferimento è all’assunzione di droga -, quando lo abbiamo visto accasciarsi a terra non abbiamo neppure capito cosa gli stesse accadendo». Ha cominciato a tremare, è diventato freddo e poi è crollato. Poi è andato in coma. E dodici ore dopo, attorno alle 14,30 di domenica, è morto all’ospedale Infermi di Rimini.
Quello che gli amici di Emanuele non sanno, o forse non dicono, cercheranno di scoprirlo gli agenti della squadra mobile di Rimini insieme ai colleghi di Modena.
Intanto resta il vuoto, la perdita di un amico.
«Emanuele era un ragazzo buono, geniale, creativo, anche se a volte lo abbiamo rimproverato perchè eccedeva, rischiava troppo – gli amici lo ricordano così – ancora comunque non riusciamo a capacitarci di quanto accaduto. Eravamo uniti e amici da anni, senza di lui nulla sarà più lo stesso».
Non potrà esserlo neppure per i fratelli e per i genitori di Emanuele Manzo, raggiunti da una telefonata nella notte tra sabato e domenica.
(…)


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