Giacomo Bedeschi – Corriere Romagna: Cofano: «Avrei timore se mi trovassi di fronte un loro protettore. Le ragazze non parlano italiano, pensiamo di usare degli interpreti» /
Lucciole cinesi, il racket fa paura /
L’allarme della Papa Giovanni: reati anche nei centri massaggi. Il Comune: i controlli li facciamo
RIMINI. Sul marciapiede sono arrivate da poco. Prima c’era solo lo “schermo” dei centri massaggi con coda a luci rosse. Ma adesso le lucciole d’Oriente “scendono” direttamente in strada. E’ la nuova frontiera dell’eros proibito che si spinge anche fino a Rimini, terra finora per ragazze dell’Est. E dietro questa novità a luci (o lanterne) rosse, c’è il risvolto che preoccupa: la presenza di un possibile racket made in China che spaventa gli stessi operatori del volontariato che ogni sera cercano di togliere le giovani donne dal mercato del sesso a pagamento. “On the road”. «Sui marciapiedi di Rimini – spiega Giampiero Cofano, responsabile del servizio anti tratta della Papa Giovanni XXIII – ci sono da qualche tempo ragazze che arrivano dalla campagna cinese e non sanno nemmeno dove sta Pechino. Insomma, a Rimini non ci finiscono da sole, né da sole si trovano una casa. C’è qualcuno che gli dà supporto e ci lucra sopra e questo è racket. E, lo dico francamente, io stesso avrei paura se mi trovassi di fronte qualche esponente di questo giro. Siamo abituati a trovarci sulla strada protettori romeni, slavi, albanesi ma quelli cinesi ci preoccupano». L’Orient express del sesso a Rimini viaggia ai confini di Borgo Marina. Il “capolinea” sta dietro la chiesa di San Nicolò. Qualche ragazza esercita lì. Qualcuna sull’altro lato della strada, vicino alla fermata del bus che viaggia verso Riccione. Altre lucciole hanno il loro quadrato di marciapiede vicino all’incrocio di via Dardanelli. (…)
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