Ieri il segretario generale della Confartigianato di Rimini Mauro Gardenghi è intervenuto alla 14a edizione di “Art’Arte Premio”.
Gardenghi ha attaccato duramente i “bamboccioni” riminesi: “La disoccupazione c’è anche perchè i nostri ragazzi si rifiutano di fare certi lavori”.
Gardenghi dichiara: “Ai nostri giovani va detto che si può lavorare bene in una piccola impresa, piuttosto che in una grande banca. Bisogna riprendere il valore delle attività manuali. L’impresa è un luogo di valorizzazione del lavoro e non un luogo di sfruttamento”.
Il segretario generale riminese della Confartigianato chiude il suo discorso: “Sono disponibili almeno 1.000 posti nei settori dell’edilizia, dell’impiantistica e del genere alimentare. Tante aziende sarebbero disposte ad assumere i giovani. Inoltre le imprese garantiscono buoni stipendi, vantaggiosi tre volte di più di quelli che guadagnano i precari universitari”.
Le generazioni future di Rimini si facciano avanti, come stanno già facendo i loro coetanei provenienti dall’estero.
Il mito che “il laureato sia più intelligente” va sfatato e nessuna attività artigianale deve essere considerata come un lavoro di serie B.
Fonte: (corsivo) “Il Resto del Carlino”