Patrizia M. Lancellotti: Maxi frode da 37 milioni, cinque in manette /
Indagine di Guardia di Finanza e Agenzia delle dogane su un giro di false fatture con l’estero /
Ventisette gli indagati. Sequestrati immobili, ditte, terreni, auto e oltre 100 conti correnti
RIMINI. Attenzione ai “sotto costo”, dietro quelle super offerte di I-Phone venduti a cento euro in meno del prezzo di mercato potrebbe celarsi una maxi frode fiscale. Nessun pericolo per gli acquirenti, ovviamente ignari che quel risparmio non rappresenta altro che l’evasione al fisco dell’Iva al 21 per cento. E tra telefonini, computer ed elettrodomestici venduti attraverso la grande distribuzione l’organizzazione criminale scoperta da Guardia di finanza e Agenzia delle dogane di Rimini è arrivata a derubare lo Stato di almeno 37 milioni e 400mila euro.
Una associazione a delinquere, secondo l’accusa sostenuta dal sostituto procuratore Luca Bertuzzi, che ha portato in carcere quattro delle cinque persone raggiunte da ordini di custodia cautelare: Lamberto Ausili, anconetano 58enne residente a Santarcangelo, considerato la mente dell’organizzazione; Paolo Liotti, 51enne di San Benedetto del Tronto residente a Savignano; Matteo Pistillo, 41enne riminese, ragioniere commercialista (avrebbe tenuto la contabilità di tutte le società degli arrestati) e Sergio Gangemi, 39enne calabrese residente a Latina (manca all’appello il 45enne romano Gianluca Calitri).
Fatture false. Dopo due anni d’indagine, seguendo cinque filoni investigativi, verificando 5mila fatture e 121 conti correnti, gli uomini del nucleo di polizia tributaria della Finanza, guidati dal maggiore Marco Antonucci e quelli dell’Agenzia delle Dogane, coordinati dal rettore Carmine Morana, hanno effettuato 39 perquisizioni in tutta Italia, risalendo a 26 aziende coinvolte e a 27 persone che risultano indagate, a vario titolo, per emissione di fatture per operazioni inesistenti e utilizzo di false fatture. (…)
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